9.2.13

Bucanieri (Robert C. Ritchie)

Il testo che segue riprende un brano dal libro di Ritchie sulla pirateria (Capitan Kidd e la guerra ai pirati, Einaudi, 1988) tra quelli pubblicati come anteprima su “la Repubblica” in concomitanza con l’edizione italiana. (S.L.L.)
Locandina del film di De Mille sui pirati delle Antille
La nuova generazione di pirati aveva trovato la sua patria ideale nelle Indie Occidentali da dove, in numero sempre crescente e dopo aver tagliato ogni legame con la società europea, si mettevano a vagabondare per i mari del mondo. Nuovi immigranti, sia liberi che schiavi, erano giunti nei Caraibi con particolare frequenza per tutto il XVII secolo.
Molti, scontenti della loro nuova condizione, fuggivano in una delle numerosissime isole delle Antille oppure andavano a stabilirsi in qualche zona isolata della vasta costa americana. Talvolta si trattava di schiavi o di servi a contratto che, incapaci di sopportare oltre le loro catene, fuggivano verso la libertà delle giungle tropicali. Altri erano marinai e soldati che cercavano nel Nuovo Mondo un affrancamento dai vincoli della disciplina professionale. Era tutta gente che viveva ai margini e apparteneva agli strati più bassi di una società rigidamente gerarchizzata. La loro fuga poteva creare qualche inconveniente ai padroni, ma non era certo difficile trovare altri dorsi muscolosi che li sostituissero.
Molti di questi fuggitivi si davano alla caccia del bestiame, che vagava libero in molte isole (specialmente a Hispaniola), lasciatovi espressamente per il rifornimento degli equipaggi e delle comunità locali. Coperti di stracci e riuniti in bande governate da leggi loro proprie, questi predatori di bestiame, praticando la caccia, mettevano a punto la loro abilità di tiratori. Arrostivano le carni sul boucan (la grata su cui gl’indiani d’America affumicavano le carni, n.d r.) e da questa consuetudine derivò loro il nome distintivo di boucaniers, ovvero bucanieri. Per molti quella era una vita ideale, che sarebbe stata impossibile in Europa: cibo a sufficienza e nessun padrone.
Con il passare del tempo, poiché era difficile rinunciare alle prede facili che erano a portata di mano lungo la costa, alcuni erano diventati pirati. All' inizio si trattò di pochi uomini in una canoa che si appostavano per assalire le navi da carico costiere, poi di grosse imbarcazioni con un centinaio di uomini ed infine di intere flotte. Il successo fece sì che la bandiera rossa (la bandiera dei pirati che precedette quella con il teschio e le ossa incrociate) attirasse un numero sempre maggiore di reclute, tanto che, in occasione di un attacco, era possibile radunare migliaia di pirati...

"la Repubblica", 26 marzo 1988

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