11.4.13

1956. Cortese lettera di Suslov a Pietro Nenni

Il 10 luglio 1956 con un articolo su “Mondo operaio” di Pietro Nenni, già premio Stalin, il Partito socialista italiano segnalava un distacco profondo dall'Unione sovietica e dal sistema costruito da Stalin. Il 10 agosto, con una cortesia inusitata, Michail Suslov rispondeva «privatamente» a Pietro Nenni. A sua volta, dopo i fatti d'Ungheria, Nenni rispondeva a Suslov (scusandosi anch'egli per il molto ritardo) e accentuava il distacco dai sovietici. Lo scambio epistolare fu reso noto nell'ottobre 1964 dalla rivista del Psi.
“Il manifesto”, che nel 1982 ripubblicò il testo della lettera del famigerato custode dell’ideologia sovietica, paragonò quella lettera alle più recenti scomuniche moscovite, in particolare al duro attacco rivolto al Pci dalla “Pravda” per lo “strappo”, a quanto pare ispirato dallo stesso Suslov. Scrive il quotidiano comunista: “E' interessante il permanere e il mutare: il permanere di parecchi argomenti a difesa dell'Urss e di attacco al «revisionismo»; il mutare di tono, molto più pacato (e quindi in un certo senso più forte) quello di 26 anni fa, rispetto al documento della Pravda di questi giorni. E' vero che il Psi non era un partito fratello, ma dalla distinta durezza di allora alla sguaiata esagitazione di oggi c'è tutta la decadenza dell'ideologia sovietica”.

3 agosto 1956
Caro compagno Nenni,
prima di ogni altra cosa desidero ringraziarvi della vostra lettera, a nome mio personale e a nome degli altri compagni del Presidium del Ce. La vostra lettera giunse a Mosca, il 10 luglio, cioè con notevole ritardo del quale mi sono doluto. Anche mi duole di essere stato costretto a ritardare la risposta a causa del viaggio per presenziare il Congresso del Pc francese.
In merito alla vostra lettera occorre dire che il vostro articolo su “Mondo Operaio” ci ha molto sorpresi e rattristati principalmente per le considerazioni critiche che voi, del resto avete prospettato nella lettera. Ciò va ascritto alla enunciazione nel vostro articolo di una serie di posizioni che noi riteniamo non giuste e con le quale non possiamo in alcun modo concordare. A tali posizioni si riferisce anzitutto l'affermazione della degenerazione dello stato sovietico, della depressione della vita democratica nel partito e nello stato, della trasformazione della dittatura del proletariato in dittatura di partito e poi in dittatura di Stalin, dell'assenza di libertà politica e di contenuto democratico nel Partito, nei Soviet e negli altri organi dello Stato, e anche della crisi del sistema sovietico e del partito che a quanto sembra sarebbero cominciati a Mosca con il XX Congresso.
Noi riteniamo che al di là delle negative conseguenze pratiche del culto di Stalin voi purtroppo nel menzionato articolo non scorgiate la poliedrica, realmente democratica vita del nostro partito e del nostro popolo, né le gigantesche, storiche vittorie del socialismo in Urss: a meno che non eludiate tutto ciò intenzionalmente. Comunque ciò dà all'articolo un carattere unilaterale e non obiettivo.
Il 29 luglio, cioè un mese dopo la pubblicazione della risoluzione del Cc del Pcus che contiene la risposta a molte questioni di cui numerose quelle poste dal vostro articolo, abbiamo rilevato in “Mondo Operaio” un secondo articolo che, riprendendo le posizioni fondamentali del primo, va più in là dell'apprezzamento negativo del regime sovietico in quanto non informato al concetto di democrazia, pone in dubbio la prova storica dell'efficacia del partito unico nel sistema sovietico nel quale è stato interamente soppresso l'antagonismo delle classi e infine considera l'unità e il carattere monolitico dell'Urss come altrettanti difetti. Senza dubbio questo secondo articolo ha aiutato in notevole misura la ripresa della propaganda borghese antisovietica, che è stata suscitata dalla denuncia del culto della personalità, mentre manifestamente si era attenuata sotto la pressione dei nuovi fattori dell'attività sovietica.
Non nascondo che noi abbiamo avuto intenzione di dare pubblica risposta ai vostri articoli, ma in questo momento ce ne trattiene la preoccupazione che il nostro intervento possa cagionare ulteriori difficoltà all'unione delle forze che combattono per la pace e per gli interessi dei lavoratori. Voi però proseguite purtroppo nelle critiche alla vita interna dell'Urss estendendo in modo perfettamente ingiusto i difetti propri di Stalin a tutta la vita del partito e della società sovietica. Pensiamo che ciò sia da attribuirsi alle vostre insufficienti conoscenze relativamente all'originalità della vita dell'Unione Sovietica e particolarmente del suo sviluppo negli ultimi anni.
Debbo dire che noi comprendiamo le difficoltà che sono sorte all'attività del vostro partito, così come quelle che stanno di fronte al Pc italiano, a causa dell'esecuzione del nostro lavoro per la liquidazione del culto della personalità e delle sue conseguenze. La vita stessa però confermerà la nostra certezza che le difficoltà dei nostri amici hanno carattere temporaneo: esse saranno superate con successo, e anzi lo saranno in tempo relativamente breve. In prosieguo, di tutto si potrà più ampiamente discutere in modo costruttivo e benefico per i risultati della nostra azione comune.
Il lavoro in corso per l'attuazione dei principii leninisti, per lo sviluppo della democrazia nel partito e nel Soviet, per il rafforzamento della legalità e così via è già in atto con nuovi progressi dell'iniziativa creativa delle masse nazionali del nostro paese. L'attività dello stato sovietico e del nostro partito per l'attenuazione della tensione internazionale e per lo stabilimento della pace ha già conseguito grandi successi: tutto ciò incontra una più adeguata comprensione e attira un sempre più grande numero di circoli, rimuove esitazioni e dubbi, chiarisce oscurità che si sono verificate presso taluni dei nostri amici.
Naturalmente esistono questioni particolari e generali che abbisognano di essere ulteriormente chiarite. Noi naturalmente siamo sempre pronti a esaminare in modo approfondito e senza misteri, così come avviene tra compagni, a quattr'occhi con voi l'intera portata di tali questioni. Vorremmo cogliere l'occasione per ripetervi l'invito a passare le vacanze tra noi nel nostro paese, per esempio in Crimea o nel Caucaso, il che potrebbe fornire l'occasione per una tale discussione. Analoga possibilità si presenterebbe anche nel caso che la direzione del vostro partito intendesse inviare in Urss una sua delegazione opportunamente composta.
Concordiamo con le espressioni della vostra certezza sulla incrollabile politica di unità operaia, sul rafforzamento e sulla coesione dei gloriosi partiti del proletariato italiano: in noi tutti è il desiderio di pieno successo in questa importantissima materia.
Con saluti da compagno
F. to M. Suslov

“il manifesto”, 27 gennaio 1982

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