11.4.13

Montesquieu. Sorpresa, varietà e dispotismo (Lanfranco Binni)

Sorpresa, varietà e dispotismo: sono le tre parole chiave dell’estetica, della poetica e della politica di Montesquieu. La sorpresa è una strategia di conoscenza, contro il sonno della ragione; la varietà/diversità è un dato esistenziale e antropologico degli infiniti paesaggi presenti e passati del quotidiano e della Storia; il dispotismo è una minaccia sempre incombente, connaturata alla condizione umana e a ogni forma di governo. Su queste piste di ricerca mai separate, e praticate in ragione della loro dinamica complessità, il contraddittorio philosophe delle Lettres persanes e dell’Esprit des lois cerca lo “spirito” delle cose, il senso profondo di una realtà multidimensionale, le sue dinamiche interne, le relazioni necessarie. Oltre la tradizione del moralismo di costume e contro ogni concezione provvidenzialistica della Storia, quello che sperimenta e propone è essenzialmente un metodo di analisi e conoscenza; le sue opere sono tracce di una ricerca aperta che permetta di stabilire nuove relazioni tra il presente e il passato, tra gli individui e le società, tra la consapevolezza e la responsabilità, tra la servitù volontaria e la libertà. La sua «rivoluzione teoretica», secondo la felice sintesi di Louis Althusser, agirà in profondo nelle strutture di pensiero dell’Occidente, anche se nel suo tempo e per buona parte dei secoli XIX-XX sarà compresa solo in aspetti di superficie (l’astuta ironia delle Lettres persanes, la “separazione dei poteri” come correttivo riformatore di un dispotismo ben temperato) fino a essere cooptata e deformata dal pensiero politico positivista e liberale. Oggi, con più complessi e sperimentati strumenti di analisi delle dinamiche di potere, è possibile rileggere Montesquieu con altra profondità: come già aveva intuito il Leopardi dello Zibaldone, dietro il cliché dell’aristocratico mite e moderato, sapiente e prudente consigliere del Principe, emerge lo spirito inquieto e inconciliabile di un libero intellettuale privo di illusioni sulle sorti dell’umanità e forte di un’unica certezza: il valore dello studio e della conoscenza come strumenti di liberazione delle potenzialità dei singoli e delle società umane.

(dall'introduzione a Montesquieu, Lettere persiane, a cura di Lanfranco Binni, Milano, Garzanti, 2012)

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