15.4.13

Anniversari. Cinquant'anni dallo scandalo delle banane (primavera 1963)

Cinquant’anni fa esplodeva lo “scandalo delle banane”. Non era il primo dell’Italia repubblicana e democristiana, ma aveva caratteristiche di novità che lo storico e politologo Giorgio Galli, nella ricostruzione sotto riportata, bene individua. 
L’articolo di Galli, dell’estate 1980, corredava la ricostruzione a fumetti della vicenda, sceneggiata da Antonio Tettamanti e disegnata da Coco per un volume che, a dispense, il settimanale “Panorama” andava regalando, settimana dopo settimana. Il titolo era Storie d’Italia (a fumetti), il sottotitolo Di scandalo in scandalo
Come appendice aggiungo il telegramma che il presidente dei commercianti ortofrutticoli, vittime delle aste truccate, inviò  al presidente del Consiglio dei ministri dell’epoca, l’onorevole Amintore Fanfani. (S.L.L.)

Onestà privata, corruzione pubblica
di Giorgio Galli
Lo scandalo delle banane ebbe politicamente due caratteristiche: fu il primo a coinvolgere un ministro del governo di centro sinistra sia pure non organico (il Psi partecipava alla maggioranza in forma di astensione concordata; non era nell'esecutivo); pose il problema delle forme di finanziamento dei partiti. Si sostenne infatti che il ministro delle Finanze coinvolto (il dc Trabucchi, personalità di primo piano, già presidente della Banca cattolica del Veneto) era uomo di specchiata onestà. Le tangenti eventualmente pagate (ma la magistratura non poté accertarle) venivano versate al partito per permettergli di svolgere la sua funzione democratica (tesi che verrà generalizzata negli anni Settanta).
I fatti. L'Azienda monopolio banane era stata creata dal fascismo perché in Italia si potessero vendere solo banane della Somalia. Come altre imprese pubbliche del regime, fu ereditata dalla Dc. L'azienda aggiudicava concessioni per vendere banane in condizioni di monopolio nelle varie zone d'Italia, il che consentiva ai grossisti (oltre che agli armatori che facevano pagare noli maggiorati) guadagni elevati. Le concessioni venivano assegnate mediante asta pubblica: l'azienda fissava in gran segreto un minimo e un massimo tra i quali occorreva «indovinare» l'offerta, perché se vi era più di un concorrente, la concessione veniva assegnata al maggior offerente. Consulente dell'Assbanane (l'associazione dei grossisti) è il dc Egardo Castelli, già sottosegretario alle Finanze.
Per l'asta del 1963 il ministro Trabucchi decise di alzare i canoni a vantaggio dell'erario. I grossisti aderenti all'Assbanane si riunirono il 13 febbraio per concordare una strategia comune per l'asta fissata per il 25 marzo. Come risulta da una minuta di verbale, i grossisti decisero di versare una cifra (forse 50 milioni in tutto; forse 10 milioni per ciascuno dei vincitori) per conoscere le cifre minime e massime.
Presidente dell'Azienda monopolio banane era da poche settimane l'avvocato Franco Bartoli Avveduti, già segretario del ministro delle Finanze, l'onorevole Trabucchi, appunto. Alla sua prima asta l'avvocato gestisce quello che si può definire «il miracolo delle banane»: contro ogni legge delle probabilità, tutti i vecchi concessionari aderenti all'Assbanane indovinano il canone minimo nelle zone ove non vi sono concorrenti e il canone massimo ove vi sono concorrenti. Gli esclusi non credono al «miracolo»; il 27 marzo il presidente dei commercianti ortofrutticoli, Osvaldo Catalano, invia un telegramma al presidente del Consiglio, Fanfani, informandolo dell'accaduto. Il governo interviene e il 24 aprile (vigilia delle elezioni indette per il 28) il consiglio d'amministrazione dell'Azienda monopolio banane annulla l'asta e ne indice una seconda. Lo scandalo scoppia il 20 maggio 1963 quando il sostituto procuratore Antonio Brancaccio fa arrestare l'avvocato Bartoli Avveduti.
Il processo contro le 124 persone coinvolte comincia nel novembre del '63. Il 20 febbraio '64 il governo Moro appena costituito decreta lo scioglimento dell'Azienda banane, che diverrà effettivo alla fine dell'anno. In giugno il processo si conclude con la condanna a tre anni per Bartoli Avveduti e a pene lievissime per gli altri.
Al processo non emerge per Trabucchi altra responsabilità se non quella di aver scelto una persona non degna della carica e di non averne controllato l'operato. Ma emergono profitti illeciti per un miliardo e 300 milioni e la stampa segnala che taluni concessionari hanno guadagnato senza fatica sino a 300 milioni l'anno. Pochi mesi dopo Trabucchi viene coinvolto in uno scandalo per la concessione irregolare di licenze di importazione di tabacco dal Messico. Il Parlamento vuol dare prova di impegno moralizzatore e le Camere votano in seduta comune (20 luglio '65) se porre Trabucchi in stato d'accusa. Votano a favore 461 deputati e senatori, contro 440. Il quorum della maggioranza assoluta dei parlamentari non viene quindi raggiunto. E la Dc esalta la figura di un suo ministro onesto e ingenuo.
Appendice
“Sant'Amintore, aiutaci tu!”
Il telegramma spedito il 27 marzo 1963 al presidente del Consiglio Amintore Fanfani per denunciare l'asta truccata
ONOREVOLE AMINTORE FANFANI
CAPO GOVERNO ITALIANO
ROMA 

Nella qualità di cittadini apertamente et lealmente fiduciosi proprio capo governo et collaboranti mantenimento moralità società italiana et in seguito numerosi telegrammi già inviati at Ministri Onorevoli Trabucchi et Colombo permettonsi coraggiosamente segnalare malcostume relativamente svolgimento gara concessione banane svoltasi palazzo esami Roma 25 marzo u.s.
stop
Irregolarità lampanti gravi scandalose per forma et sostanza alterato et addomesticato risultati gara stop Potente associazione bananari grossisti trust privato monopolio privato entro monopolio composta circa scarse 90 persone tutta Italia protetta innumeri segreti personaggi ogni dove ha influito successo propri associati al cento per cento con nuovi qualificati gareggianti rimasti totalmente esclusi
stop
Difatti buste offerte segrete preparate et predisposte precedentemente gara et compilate unica calligrafia
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Segreto numero et partecipanti ogni singola gara violato chiaramente
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Infatti offerte precise stessi partecipanti già concessionari at stesse zone gara at seconda se partecipanti unilateralmente hanno offerto canone minimo et là dove in con¬correnza con nuovi aspiranti tutte offerte massime infallibilmente centrate dai già concessionari nella stessa misura senza alcun errore
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Nessun precedente concessionario escluso nuove aggiudicazioni
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Nuovi partecipanti sostenuto spese ingenti per attrezzature richieste nessuno ammesso
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Abbiamo grande fiducia nostro capo governo et nostri governanti per colpire colpevoli che mettono gravemente difficoltà nostri prestigiosi organi governativi
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Attendiamoci signoria vostra illustrissima pregandola subordinatamente at annullamento invalidazione et ripetizione gara previa necessaria urgente indagine tramite infallibili garanti organi giustizia quali polizia scientifica et tributaria per tutela diritti cittadini onesti Contro cittadini pochi scrupoli
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Restiamo disposizione fiduciosamente
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Deferenti rispettosi ossequi
Ditta Osvaldo Oscar Catalano Gazometro 35 Roma

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