11.4.13

Il sesso, la mamma e il pariolino. Confessioni di adolescenti

Nel 2007, in occasione della pubblicazione del libro Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa (Bompiani) di Marida Lombardo Pijola, giornalista del «Messaggero, “La Stampa” pubblicò qualche passaggio delle “confessioni” da Internet di cui si compone il volume. Trascrivo qui solo qualche frase di queste creature da dieci a quattordici anni, sufficiente a comunicare un senso di paura. Io credo che Berlusconi c’entri. Adesso ci sarà una corsa a rivalutarlo, ma c’entra. E con lui molti altri, tutto un sistema. (S.L.L.)

Il sesso
«Ho fatto sesso x la prima volta l'anno scorso a 12 anni, l'ho fatto per scommessa e devo dire la verità che mi è piaciuto tantissimo e non è vero che rimane un trauma per tutta la vita perchè io lo rifarei altre mille volte a 12 e anche prima!».
«Nella classe del mio ragazzo mi considerano tutti una troia xke' lui e' andato a dire a tutti kosa facciamo kuando siamo insieme... ora mi ha kiesto scusa ma nn me ne frega un kazzo delle sue skuse... io ho 12 anni nn sono una troia anche se mi piace skopare... come posso farlo sapere a tutti? Ke Kasino ragazzi!».
«Ciao a tutti ho 12 anni c'e' un raga x il quale esco pazza e da un po' facciamo storielle... baci, careezze intime, seghe, DITALINI, eccc... e me lo mette anche di dietro ma io mi voglio divertire ancora di + voglio cambiare x non fare sempre le solite cose. Cosa posso fare? Non ditemi sesso orale, non mi piace...!!».
«Ciao siamo due ragazze di 13 anni e tutte e due abbiamo perso la verginità già da un po' e adesso abbiamo un PROBLEMONE: vogliamo provare cose nuove. Una di noi ha provato il sesso anale ma ha sentito un grande dolore. Magari prova e riprova passa?». 

Odio mia madre
«Forse stasera mi uccido, ma non è sicuro. Rinvio se la strega mi ridà il cavo del pc che mi ha sequestrato e io posso connettermi a msn e chattare e aggiornare il diario sul mio blog e abbellire il template, così Luca lo guarda e vede com'e' bello e mi ama di nuovo, mi chiede scusa e poi torna da me e io non devo più uccidermi, non proprio oggi che in televisione danno The O.C. seconda serie, e si saprà se Marissa finalmente scopa con Ryan, o se invece non trova il coraggio di tradire Luke. «Forse mi uccido quando finisce The O.C., e allora lascerò scritto che muoio a dodici anni per colpa della strega, la donna che dice di essere mia madre solo perché mi ha messa al mondo, sbagliando quasi tutto, persino il mese, agosto, così sono Leone mentre volevo essere Bilancia o Cancro, che sono segni intensi e tormentati, e ha sbagliato tutte le misure, uno e cinquantadue taglia 46, un PARALLELEPIPEDO SGRAZIATO, bassa, rotonda, coi riccioli rossi e stopposi, come una bambola buffa per bambini, e anche il nome ha sbagliato, Elisabetta, due nomi intrecciati in uno solo incatenati attorno alla mia vita, un cappio, mentre ne sarebbe bastato uno pero' bello, doveva essere leggero, un soffio, come Gaia, per esempio, come si chiama quella che mi ha fregato Luca anche per colpa della strega, che mi ha chiusa in casa per un mese intero, indifferente all'idea della mia morte, solo per un'«impreparata in storia». 

Il pariolino
 «Voi mi dovete rispettare perché io sono un pariolo. Pariolo è una razza, una selezione della natura, è lei che sceglie. Io sono stato scelto. «Pariolo è la somma di cose il cui risultato è plastico, rotondo, preciso come un calcolo algebrico, perfetto... Parlare, vestire, camminare, mangiare, pensare... io vesto, cammino, mangio, penso. Penso pariolo soprattutto. E questo mi illumina il cervello. Gli accende dentro bagliori speciali, luci che inquadrano tutto nella sua esatta prospettiva, lasciando nelle TENEBRE il resto, un mondo al buio, di gente che si muove a tentoni, che non vede nulla. «Invece io vedo tutto. So riconoscere le cose giuste, le cose pariole, e so distinguerle da quelle sbagliate, le cose sfigate, cioè tutte le altre… Dall'essere pariolo discendono le cose della mia vita, che sono cose buone, cose pariole, tutte quante. In DISCOTECA io sono uno che conta. E ho scalato la vetta a tredici anni». 

Fonte: “La Stampa”, 26-04-2007

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