5.5.13

Oggi in Spagna, domani in Italia. Rapporti al PNF dei fiduciari di polizia

"Oggi in Spagna, domani in Italia" fu la parola d'ordine coniata da Carlo Rosselli per il movimento antifascista, soprattutto per gli esuli, che effettivamente nel triennio 1936-1939 andarono in gran numero a combattere in difesa della Repubblica democratica e contro l'armatissima reazione franchista appoggiata dall'Italia fascista e dalla Germania nazista. Ma un sentimento di simpatia per la Spagna repubblicana dovette circolare ampiamente anche in Italia, specialmente nel mondo operaio e tra la gioventù. Ne sono riprova i testi che seguono che riprendo da una bella storia documentaria sull'antifascismo italiano, di Simona Colarizi. Si tratta dei rapporti che i cosiddetti "fiduciari" di polizia, agenti che operavano in incognito nei più diversi ambienti inviavano al vertice del Partito Nazionale Fascista. (S.L.L.)
Barricate durante la guerra civile spagnola.
Milano, 27 luglio
Gli avvenimenti spagnoli sono seguiti attentamente da tutta la massa dei cittadini. Taluni settori che sembravano convertiti al fascismo, seguendo i riferimenti della stampa, hanno espresso il loro compiacimento per il trionfo delle forze governative. Bisogna seguire l'evoluzione degli avvenimenti spagnoli per valutare l'entità delle forze rimaste ancora attaccate alle malinconie del passato.

Milano, 26 agosto
Le classi operaie sono quelle sulle quali gli avvenimenti spagnoli hanno fatto più presa. Malgrado che gli ultimi provvedimenti del Regime abbiano portato dei sensibili aumenti nei salari di molte categorie, purtuttavia in alcuni operai c'è un inconfessato senso di solidarietà coi comunisti spagnoli.
L'eco della rivoluzione ha risvegliato in loro la sopita « lotta di classe », malgrado tutte le previdenze del Regime.
Sono degli isolati ai quali però si aggiungono gli scontenti, i disoccupati, gli ex confinati e gli ex detenuti politici, tutti quei sovversivi che sognano la riscossa, tutti gli elementi torbidi che vivono ai margini della società.
Elementi pericolosi, facilmente suggestionabili, autori delle imprevedibili azioni isolate.
È questa una minoranza che non si può trascurare, in un momento come l'attuale, nel quale la follia diviene contagiosi! e la propaganda comunista che trova presa solo tra le classi operaie, accentua la sua azione dissolvitrice e sobillatrice.

Padova, 8 agosto
Si continuano a seguire le vicende della lotta nella Spagnu con la più grande attenzione da parte degli antifascisti e del non fascisti. E non è raro il caso di sentire, anche ad alta voce in pubblico, alla lettura delle uccisioni di preti e monache: « ...era ora, sarebbe ora anche in Italia... tutta gente che non lavora ».

Roma, 2 settembre
I fatti della Spagna certo fanno un deleterio effetto in molti che hanno la testa un po' fuori posto, e se il Governo non prende energici provvedimenti saranno guai seri, tanio che già si vocifera esservi state delle scaramucce in diverse città d'Italia.

Torino, 4 settembre
Ancora sul discorso di Stalin (al quale fioriscono e li evviva negli orinatoi della città), quello rivolto al fronte popolare di Spagna, ha fatto molta impressione sulle masse operaie o meglio tra gli elementi sovversivi, specie per quanto sembra abbia detto quale monito alla Germania e all'Italia in che si può contare su un 60% di opposizione al regime nella prima e sul 90% nella seconda. Si nota che, se ha enunciato tali cifre, si è perché all'estero sono molto ben al corrente della situazione interna del due paesi, e ne sanno molto più di quanto è dato conoscere a noi.
Si nutre molta fiducia nel trionfo dei rossi in Spagna e fondano tale convincimento sul fatto che agli insorti è mancato il primo coefficiente necessario perché il loro movimento sortisse buon esito: la sorpresa, con lo sgomento e la resa degli avversari, ciò che non si è verificato. Il tempo quindi sarebbe favorevole ai governativi che dispongono di mezzi superiori e che possono contare sull'esaurimento degli avversari, qualora dovesse agire sul serio il non intervento da parte di tutte le nazioni interessate.
Che il conflitto spagnolo interessi appassionatamente le masse, lo si rivela dal fatto che, malgrado la diffidenza, molte lingue si sciolgono e vengono fuori commenti e considerazioni che possono far incorrere in inconvenienti gravi.

Milano, 1 settembre
La lotta fratricida che insanguina la Spagna è seguita con attenzione dalle grandi industrie, dalla banca, dalle varie categorie commerciali, dalle corporazioni religiose e, al di sopra di ogni concetto politico, tutto questo mondo fa causa comune con i ribelli spagnoli, che, nel grande quadro della guerra civile, rappresentano l'ordine.
Anche le zone grige dell'antifascismo abbiente o intellettuali, rifuggenti dal rischio della lotta armata e ricordando gli eccessi del periodo rosso in Italia, parteggiano istintivamente per i ribelli di Franco comprendendo che in un'ondata rossa sarebbero anch'essi travolti.
In tutte queste classi, il prevalere del governo di Madrid, è considerato come un pericolo che deve essere scongiurato ad ogni costo in quanto renderebbe possibile la formazione di un blocco rosso delle due potenze Francia e Spagna ai nostri confini che oltre ad imbottigliarci nel Mediterraneo, potrebbe far dilagare anche in Italia una ondata di follia comunista.
Tutte queste classi sono decisamente orientate, oggi più che mai, verso la Germania hitleriana, che, con l'Italia, può formare un blocco compatto contro il bolscevismo moscovita, imperante in Francia e in Spagna.

Simona Colarizi, L'Italia antifascista dal 1922 al 1940, Laterza, 1976

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