5.5.13

Funzione fàtica e interrogative diffratte

Bronislaw Malinowski
Da un post di Fausto Raso (su “La poesia e lo spirito”) riprendo le seguenti definizioni con relative esemplificazioni

1. Funzione fatica
Termine relativamente recente, coniato dall’antropologo Malinowki (1884-1942), ‘fàtica’, con il quale si intende quella particolare funzione che talvolta presenta il linguaggio verbale, non nel comunicare e chiedere informazioni, bensì nello stabilire o mantenere un ‘contatto’ fra due persone (locutore e destinatario). Hanno tale funzione, per esempio, le frasi interrogative fàtiche (o di cortesia): “Pronto, come sta?, mi sente?, come va?” con cui si avvia una conversazione telefonica o un ‘dialogo’ in ascensore. Il termine viene dal verbo latino fari (parlare, pronunziare). Le frasi interrogative fàtiche (o di cortesia), dunque, strettamente imparentate con le interrogative retoriche la cui risposta è insita nella domanda, consistono – come abbiamo visto – in formule (di cortesia) che ricorrono in apertura di dialogo, per ‘rompere il ghiaccio’, soprattutto in situazioni formali.

2. Interrogative diffratte 
Usiamo “interrogative diffratte”, quando ci troviamo a tavola, per esempio, e rivolgendoci a un nostro commensale diciamo: “Mi passeresti, per cortesia, il pane?”. Questa interrogativa è chiamata – come dicevamo – “diffratta”, termine mutuato dall’ottica (“diffrazione”) e ripreso dalla critica testuale con il quale si intende qualificare quelle proposizioni interrogative totali che ‘deviano’ il loro corso e dissimulano il contenuto reale della domanda per motivi di mera cortesia. Dicendo “mi passeresti il pane?” formuliamo una domanda che equivale a un ordine (“passami il pane!”) deviando, quindi, il vero senso della richiesta.

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