Michele de Napoli, Ritratto del Cardinale Giuseppe Cosenza (1788 - 1863), Pinacoteca di Napoli |
Da “La Nazione”, 8 aprile 1863
S. E. il cardinale Cosenza
arcivescovo di Capua, di cui or non ha guari fu annunziata la morte, fu esposto
su di uno splendido catafalco parato a nero, ed i fedeli accorrevano a dare un
ultimo addio alla salma dell'uomo giusto universalmente compianto.
Ma ciò non bastava alla santa
bottega. Le pinzochere, sempre in maggioranza, cominciarono a gridare che il
cadavere si muoveva, che si agitava sul catafalco: le donne fuggirono,
gridando: “miracolo, miracolo”; gli uomini esterrefatti contemplavano il fatto
inaudito, quando due bersaglieri ed un artigliere che si trovavano presenti,
uomini di poca fede, avvicinatisi al feretro sollevarono un lembo del funereo
drappo che si stendeva fino a terra e videro un uomo uscir carpone, e fuggire
per una porta vicina, non senza però che prima uno dei bersaglieri lo salutasse
con energia applicandogli la punta dello stivale in una parte che ha affinità
con le reni; inseguito sarebbe stato consegnato alla giustizia se tre preti non
lo avessero salvato.
Fattosi rapporto di ciò al
Prefetto della provincia, spedì tosto un delegato per conoscere gli autori di
questa ignobile commedia.
L’articolo è ripreso da La Nazione 130 anni (1859-1989)
supplemento a “La Nazione”, 29
giugno 1989
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