17.12.13

Polonia 1979. Una testimonianza di Luciano Canfora

Un'immagine dell'Università di Poznan
C'era stata la stagione di Gomulka, che aveva suscitato notevoli speranze di rinnovamento, ma era finita con la rivolta di Danzica del 1970. Ricordo che visitai la Polonia nel novembre 1979, prima che nascesse Solidarnosc, e trovai una situazione insostenibile, non solo per l'onnipresente mercato nero della valuta occidenta­le, che pure era già un sintomo preoccupante, ma per la distinzione castale vigente in una società retta in teoria da princìpi egualitari. Per esempio i professori universitari mangiavano robustamente in un ristorante da cui gli assistenti erano esclusi, una scena comica. E poi c'era un clima generalizzato di scetticismo fatalistico. «Finché dura, dura», parevano pensare tutti. 
Con Aldo Schiavone e Andrea Carandini, facevo parte di una delegazione dell'Istituto Gramsci: il nostro compito era presentare un dotto volume dal titolo Analisi marxista e società antiche. A Poznan parlammo di fronte a tre studiosi - presiden­te, vicepresidente e segretario dell'accademia locale - più qualche bidello scritturato per fare numero. E basta. Ep­pure eravamo una delegazione ufficiale del Gramsci chiamata a intervenire in una sede autorevole della Repubblica popolare polacca. 
Era l'ennesima conferma del vuoto, del fallimento cui si era ridotto il sistema, dopo lo sperpero del vasto patrimonio di consenso che Gomulka aveva ac­cumulato nel 1956.

da Intervista sul potere, Laterza, 2013

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