11.3.14

Marzo 1938. Il testamento di Bucharin

Bucharin era stato definito da Lenin “la pupilla negli occhi del partito” per la sua lungimiranza di teorico. Alleato di Stalin nella lotta contro Trotzky, Kamenev e Zinoviev degli anni Venti invano contrastò la “svolta” del 1929, che assimilava la socialdemocrazia al fascismo (la teoria del “socialfascismo”) e ipotizzava una imminente rivoluzione proletaria in Europa. Dovette subire le scelte di Stalin che comportavano, all’interno dell’Urss, un ritorno ai metodi del “comunismo di guerra”. Fu infine la più illustre vittima delle “purghe” che nel 1936 liquidarono grandissima parte della vecchia guardia bolscevica. Bucharin morì sul patibolo il 15 marzo del 1938, in piedi.
Qualche giorno prima aveva scritto la lettera testamento che qui recupero da un articolo di documentazione su “l’Espresso” di Mauro Calamandrei. Non c’è data nel ritaglio, ma è del marzo 1978, anniversario della morte del grande rivoluzionario russo. (S.L.L.)


Lascio la vita. Abbasso la testa alla scure proletaria che dev’essere spietata ma anche virginale. Sento tutta la mia impotenza davanti a una macchina infernale che, con metodi medievali, ha acquisito forze gigantesche, fabbrica calunnie organizzate, agisce arditamente e fiduciosa... Attualmente, la maggior parte dei cosiddetti organi del Nkvd sono un'organizzazione degenerata di burocrati, senza idee, corrotti, ben pagati che sfruttano l'autorità svanita della Ceka per provvedere alle ossessioni morbose di Stalin (temo dire di più) nella corsa verso rango e fama, architettando i loro casi limacciosi, non rendendosi conto che, allo stesso tempo, distruggono se stessi. La storia non tollera i testimoni di atti sporchi. Qualsiasi membro del Cc, qualsiasi tesserato del partito può essere cancellato da costoro, trasformato in traditore, terrorista, "deviazionista" e spia. La mia "unica" testa, colpevole di niente, trascinerà migliaia di altre teste innocenti.
Sono vissuto nel partito da quando avevo 18 anni e lo scopo della mia vita è sempre stato quello di combattere per gli interessi della classe operaia, per la vittoria del socialismo. Ma in questi giorni il giornale con il sacro nome di "Pravda" pubblica la più sporca delle bugie: che io, Nikolai Bucharin, ho voluto distruggere i trionfi dell'ottobre per ripristinare il capitalismo in Urss. Questa è un'insolenza senza precedenti, è una bugia che può essere eguagliata in irresponsabilità e insolenza verso il popolo solo da una bugia come questa: è stato scoperto che Nikolai Romanov ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro il capitalismo e la monarchia, alla lotta per la realizzazione di una rivoluzione proletaria...
Faccio appello a voi, future generazioni di leader del partito cui toccherà la missione storica di dissipare la nuvola di crimini che cresce sempre più grande in questi tempi paurosi... Faccio appello a tutti i membri del partito, in questi che sono gli ultimi giorni della mia vita. Non sono mai stato un traditore: avrei dato senza esitazioni la mia vita per quella di Lenin, ho amato Kirov, e non ho preso iniziative contro Stalin. Chiedo ad una giovane ed onesta generazione di leader del partito di leggere la mia lettera ad un plenum del partito, di discolparmi e di riabilitarmi.
Sappiate, compagni, che su quella bandiera che voi porterete nella vittoriosa marcia verso il comunismo, c'è la mia goccia di sangue. 

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