28.4.14

Filosofi. Lo squadrismo e la marcia su Roma secondo Giovanni Gentile


Sorse così lo squadrismo. Giovani, risoluti, armati, indossanti la camicia nera, ordinati militarmente, si misero contro la legge per instaurare una nuova legge, forza armata contro lo Stato per fondare il nuovo Stato.
Lo squadrismo agì contro le forze disgregatrici antinazionali, la cui attività culminò nello sciopero generale del luglio 1922 e finalmente osò l'insurrezione del 28 ottobre 1922, quando colonne armate di fascisti, dopo avere occupato gli edifici pubblici delle Provincie, marciarono su Roma. La Marcia su Roma, nei giorni in cui fu compiuta e prima, ebbe i suoi morti, soprattutto nella Valle Padana. Essa, come in tutti i fatti audaci di alto contenuto morale, si compì dapprima fra la meraviglia e poi l'ammirazione ed infine il plauso universale. Onde parve che ad un tratto il popolo italiano avesse ritrovato la sua unanimità entusiastica della vigilia della guerra, ma più vibrante per la coscienza della vittoria già riportata e della nuova onda di fede ristoratrice venuta a rianimare la nazione vittoriosa sulla nuova via faticosa della urgente restaurazione delle sue forze finanziarie e morali.


Il brano è tratto dal Manifesto degli intellettuali fascisti, che Giovanni Gentile stilò e di cui fu primo firmatario. Venne pubblicato dai giornali italiani il 21 aprile 1925.

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