9.4.14

La liberazione della donna secondo i Padri della Chiesa (Rita Lizzi)

La donna velata nelle catacombe di Priscilla in Roma
Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Gregorio di Nissa, pur non condannando mai apertamente le nozze, incentrarono tutte le loro esortazioni alla vita ascetica sull'elenco dei principali aspetti negativi del matrimonio e della procreazione. Per loro, la verginità era l'unica scelta che avrebbe potuto liberare la donna dalla duplice pena riservatale in origine da Dio: il dominio da parte dell'uomo e la condanna del mettere al mondo i figli. L'allontanamento da quanto era corporeo e materiale avrebbe significato per lei sottrarsi a ogni forma di dipendenza e sottomissione: non più il mercanteggiamento delle nozze, condotto al di là dei propri desideri e affetti, non più le pesanti servitù al marito, minuziosamente elencate, non più i dolori del parto o la difficile opera di educazione e allevamento dei figli.
Sacrificio, astensione, rinuncia e penitenza in vista del conseguimento di una condizione superiore, di un'esistenza semidivina sulla terra...


Da La castità femminile nelle prescrizioni dei Padri della Chiesa in “Storia e dossier” n.48, febbraio 1991

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