3.6.14

Omofobia. Papà e mamma alla crociata (Stefano De Cenzo)

Anche se non freschissimo (è di fine aprile) l'articolo di Stefano De Cenzo sul penultimo “micropolis” è attualissimo. Ha al centro il revanscismo educativo dei clericali, alimentato dalla sistematica propaganda mediatica, specie della tv di Stato, attraverso la costruzione del mito del papa gentile e l'affidamento alla “preterìa”, storica negatrice delle libertà, di una sorta di “monopolio dei valori”. La pressione sulle scuole dei nuovi “crociati” rischia peraltro di distruggere quel che resta della scuola. (S.L.L.)
Non si placano le feroci polemiche in merito alla distribuzione in diverse scuole d’Italia degli opuscoli promossi dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), che fa capo al Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito della “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere 2013-2015” avviata nell’era Monti dall’allora ministro Fornero e poi definita dal governo Letta.
L’ennesima offensiva reazionaria, guidata da clericali ed ex fascisti, e sostenuta da un ampio schieramento di media che va dal Corriere della sera ad Avvenire, passando per l’immancabile Libero (che proprio in questo mese nella sua versione online ha “strillato” nel suo solito inconfondibile stile di lezioni di sesso anale in un istituto di Reggio Emilia), ha dato i suoi frutti, costringendo il ministero dell’Istruzione ad ordinare il ritiro dei materiali con la giustificazione che l’Unar abbia agito di propria iniziativa senza alcuna autorizzazione da Viale Trastevere, concetto ribadito dal neo ministro Giannini in una intervista rilasciata proprio al quotidiano della Cei il 18 aprile scorso.
La levata di scudi contro quella che viene definita con disprezzo teoria gender o, se preferite, promozione della omosessualità, d’altronde, si inserisce in un contesto più ampio che riguarda la ferma opposizione al disegno di legge Scalfarotto contro l’omofobia, peraltro approdato in Senato in forma assai edulcorata rispetto all’originale, così come quella alla fecondazione eterologa, come dimostrano le reazioni contrariate seguite all’ultimo pronunciamento della Corte costituzionale che ha smantellato un altro pezzo della tanto discussa Legge 40.
Un sentire che ha trovato espressione, tra l’altro, nel cosiddetto movimento delle Sentinelle in piedi, anche se loro, dal proprio sito online, precisano di non essere né un movimento né un’associazione piuttosto una “resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”. Si tratta della derivazione nostrana de Les Veilleurs (Le Vedette o I Veglianti) movimento sorto in Francia nel 2013 contro la legge sul matrimonio gay. Il loro slogan è: “Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna”. E così organizzano veglie nelle piazze delle città italiane in cui si presentano ciascuno con un libro aperto da leggere “simbolo della formazione permanente”. Il 29 marzo l’happening ha toccato Piazza della Repubblica, a Perugia, dove non sono mancate contestazioni.
Ma i neo oscurantisti umbri si sono mossi tempestivamente anche nello specifico della scuola come hanno dimostrato gli strali lanciati contro le presunte favole gay (vedi “micropolis”, febbraio) e come conferma il decalogo stilato dal Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, pubblicato sul proprio sito, e significativamente intitolato Dodici strumenti di autodifesa dalla “teoria del gender” per genitori con figli da 0 a 18 anni. Dopo averlo letto più volte – soprattutto in rapporto ai “famigerati” opuscoli Unar (anch’essi facilmente reperibili in rete) - per quanto ci sforziamo non riusciamo a definirlo se non come l’ennesimo bando di una nuova crociata contro il Male, nei contenuti e nei toni. Valgano solo alcuni stralci.

Cosa fare prima di scegliere la scuola per i vostri figli.
1 […] verificate con cura i piani dell’offerta formativa (Pof ) e gli eventuali progetti educativi (Pei) della scuola, accertandovi che non siano previsti contenuti educativi mutuati dalla teoria del gender. Le parole chiave a cui prestare attenzione sono: educazione all’affettività, educazione sessuale, omofobia, superamento degli stereotipi, relazioni tra i generi o cose simili, tutti in nomi sotto i quali spesso si nasconde l’indottrinamento del gender […]
Cosa fare durante l’anno scolastico.
4. Visitate spesso il sito internet della scuola per verificare che il gender non passi attraverso ulteriori lezioni extracurricolari (es. Assemblee di istituto o altra attività straordinarie) […]
Cosa fare se la scuola organizza lezioni o interventi sul gender per gli studenti.
6. Date l’allarme! Sentite tutti i genitori degli studenti coinvolti e convocate immediatamente una riunione informale aperta anche agli insegnanti […] 9. Informate immediatamente le associazioni dei genitori del territorio e il forum delle associazioni familiari e, eventualmente, i consiglieri comunali e regionali del vostro territorio o i vostri parlamentari di riferimento”.

E così via. La conclusione è perentoria: se la scuola insisterà nel proporre simili attività, nonostante anche la presentazione di una istanza di sospensione al dirigente scolastico, in nome dell’art. 30 della Costituzione, “nelle sole ore in cui si svolgeranno tali lezioni terrete i vostri figli a casa”.
Il testo, come si vede, parla da solo, tuttavia non è superfluo, crediamo, fare alcune considerazioni. La prima. Non siamo di fronte ad una componete minoritaria oltranzista: il forum infatti raccoglie un ampio ventaglio di associazioni, ben 26, tra cui Cl, Movimento per la vita, Azione cattolica, ma anche le Acli e il Circolo Giorgio La Pira. D’altronde, come ricordavamo prima, è questa la posizione della Cei e i recenti interventi di Bagnasco lo dimostrano. Si tratta di un aspetto importante da tenere a mente proprio in questo momento di generale infatuazione per Papa Francesco e ci farebbe piacere in proposito sentire che cosa ne pensano i tanti, siamo convinti, credenti che continuano a pensare ad una chiesa caratterizzata, al contrario, dall’apertura all’altro, al diverso da sé.

La seconda riguarda più direttamente il tema dell’educazione e dell’istruzione che ad esso si lega. Nella scuola pubblica la cosiddetta partecipazione democratica frutto delle spinte del ‘68 e sancita con i decreti delegati del 1974 è ormai, da almeno un ventennio, un inutile simulacro. Al suo posto una presenza dei genitori sempre più individualista e vertenziale (ogni occasione è buona per fare un ricorso o una denuncia) che trae sostegno dal generale discredito, alimentato ad arte dai media, di cui gode l’istituzione. La scuola abbandonata a se stessa non è in grado di reggere pressioni come quella in questione. E’ necessario riaffermare, a dispetto dei tanti forum delle famiglie, che il diritto all’educazione dei propri figli, sancito dalla Costituzione, non si può certo tradurre in diritto all’intolleranza e che la scuola, almeno quella pubblica, ha al contrario, proprio il compito di favorire l’incontro delle diversità. Sapranno i nostri attuali governanti dire una parola chiara e netta in proposito? Ne dubitiamo fortemente.

micropolis, aprile 2014

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