Gabriel Gbadamosi accanto a un'anziana signora che potrebbe essere la madre Rita |
La scatola da cucito
per Rita Gbadamosi
Slacciando le cinghie,
morbidi feticci di cuoio
attorno al bordo di vimini,
sollevando la scatola
sulle ginocchia, come un gatto,
e facendo scorrere le dita
sotto il coperchio —
solido, irregolare, strano —
la scatola si scosse.
Aperta,
ne ruzzolò fuori
lo shock della tua vita: spilli, aghi,
fili colorati,
rocchette, ricette insolite,
i tuoi appunti di quando
non ero ancora nato -
un diario in miniatura -
forbici, mollette,
un vecchio fermaglio d'osso,
modelli anni Cinquanta
suturati ai fianchi.
Il sacchetto dei semi
che ho trovato e aperto
ha rilasciato fiori viola
così sgargianti.
Una fioritura tardiva
alle tue mani e ai tuoi piedi.
In “Linea d'Ombra” n.82, 1983 –
Traduzione di Maria cristina Devecchi
da The New British Poetry 1968-86
(Grafton Books, Glasgow 1988).
Postilla
Gabriel Gbadamosi (1961), di madre irlandese e padre nigeriano,
vissuto a lungo in Marocco, poeta, narratore e drammaturgo, ha
utilizzato le forme del teatro africano yoruba, ma si considera
londinese. La poesia è dedicata alla madre.
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