Paul Nizan e Jean Paul Sartre |
"Aveva messo tutta
la sua ostinazione nel respingere le parole corrosive e soavi della
borghesia e, all'improvviso, ritrovava fin dentro il Partito, quello
che più temeva... Ora i suoi atti di militante gli tornavano in
mente e assomigliavano come fratelli a quelli del tecnico
borghese...". So che, da parecchio tempo, Jean Paul Sartre è
pochissimo di moda e che citandolo, oltretutto con frasi scarsamente
amabili e concilianti come quelle appena riportate, si rischia di
incorrere in una commiserazione pressoché universale. Ma èun
rischio che corro volentieri per attirare l' attenzione su un libro
che Mondadori ha appena riproposto nella collana "Leonardo
letteratura" e che si apre appunto con un lungo scritto dell'
autore della Nausea. Il libro è Aden Arabia, risale al 1931
ed è la prima opera di Paul Nizan, coetaneo e amico di Sartre, morto
in guerra nel 40 dopo aver militato con incarichi anche ufficiali nel
partito comunista francese ed essersene clamorosamente dimesso alla
notizia del patto germano sovietico (cosa che provocò la sua
condanna postuma, anzi la totale cancellazione del suo nome, per un
paio di decenni, da parte dell' intellettualità francese di
sinistra). Penso che Aden Arabia sia un bel libro, anche se non ha la
struggente intensità di quel piccolo capolavoro che è Antoine
Bloyé, di pochi anni posteriore, ma basterebbe l'introduzione di
Sartre, scritta per la ristampa del 1961 che segnò l'inizio della
"riabilitazione" di Nizan, a giustificarne l'acquisto. La
tragedia di una generazione che nel comunismo aveva creduto di
trovare addirittura la liberazione dalla paura della morte e che di
colpo andava a sbattere contro la realtà delle purghe staliniane e
dell'accordo con i nazisti vi è raccontata con una lucidità
raccapricciante, che è indispensabile saper affrontare e
attraversare se non si vuole che la sinistra si riduca davvero
(ancora parole di Sartre) a "un grande cadavere riverso già
attaccato dai vermi".
Corriere della Sera, 20
ottobre 1996
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