Ripropongo qui un ricordo di Walter
Peruzzi, scritto da Anna Maria Rivera e Gianluca Paciucci che cerca
di restituire il senso della sua complessa figura d’intellettuale e
militante comunista dal molteplice impegno teorico e politico.
(S.L.L.)
Walter Peruzzi |
Intellettuale comunista,
caparbio
demolitore dei meccanismi del consenso
Il 25 maggio scorso ci ha lasciato
Walter Peruzzi, amico e compagno di tante battaglie di pensiero e di
azione, intellettuale lucido e radicale, profondamente laico,
comunista, anti-imperialista. La sua attività di professore e di
pubblicista ha percorso i campi della riflessione teorica e della
lotta per la costruzione di un mondo fondato sull’uguaglianza.
Molte le riviste cui ha collaborato, da
“Adesso” a “Riforma della scuola”; molte quelle da lui
dirette, dal “Bollettino del Centro d’Informazione” (1961-‘67)
a “Lavoro Politico” (1967-’69), fino a “Marx 101”
(1990-’95). E, ancor oggi, il periodico “Guerre&Pace“, che
fondò nel 1993 insieme con altre/i illustri intellettuali
impegnate/i, allo scopo di proporre una controinformazione rigorosa e
militante sulla Prima guerra del Golfo.
Nell’ultimo ventennio ha dedicato il
suo impegno a studiare quel che lui stesso ha chiamato Il
cattolicesimo reale (Odradek, Roma 2008) e ad analizzare le
radici “nere” della Lega nord, come testimonia il suo Svastica
verde (Editori Riuniti, Roma 2011), cui volle chiederci di
collaborare. E’ ancora Odradek ad aver pubblicato, nel 2013, la sua
ultima fatica, scritta con Claudio Cornaglia, Filippo D’Ambrogi e
con i disegni di Maria Turchetto, Oca pro nobis. Controsillabo
giocoso e irriverente, in cui egli è riuscito a toccare perfino
l’intoccabile Bergoglio. Ove il conformismo sfiorava e sfiora il
servilismo, là Walter si metteva al lavoro per scardinare il
meccanismo del consenso e delle complicità.
Uno a uno, i protagonisti della
straordinaria stagione inaugurata nel biennio 1968-’69 se ne stanno
andando: fra gli ultimi, Vittorio Rieser e Walter Peruzzi. Se a nulla
serve il gioco del cosa resta, utilissimo è quello del che cosa è
stato. E sono stati anni e anni di testardo ribadire le ragioni di un
percorso e di una fiumana - Quarto e Quinto Stato, fino ai/alle
migranti e oltre - che ha sfiorato più volte la realizzazione dei
sogni di una e più cose, e che in parte l’ha ottenuta in luoghi
liberati dall’orrore capitalista.
Le sedi, a Milano, della redazione di
“Guerre&Pace”, le riunioni e le manifestazioni del movimento
pacifista, un articolo, un dossier, un ‘libro bianco’ sui crimini
dell’imperialismo (degli imperialismi) sono stati alcuni di questi
luoghi: vedervi Walter al lavoro e su questi temi è una lezione che
non possiamo né vogliamo dimenticare.
“Proteggete le nostre verità”, è
un indimenticabile verso di Franco Fortini: questo proveremo a fare,
custodi di un mondo che è stato e che sarà. Proteggeremo anche le
verità di Walter, e la sua straordinaria voglia di comunità, di
condivisione, di progetto comune.
“il manifesto”, 27 maggio 2014
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