Un hombre bravo
[Un uomo valoroso] è l'ultimo lavoro pubblicato di recente a
Cuba che documenta con dettagli inediti i quasi quarantanni di
esistenza del Che Guevara.
Ne sono autori una coppia
di suoi specialisti biografi, Adys Cupull e Froilan Gonzales,
fondatori della Cattedra Ernesto Che Guevara nelle università di
Santiago de Cuba e Villa Gara....
Ernesto Guevara de la
Serna nasce il 14 giugno 1928 a Rosario [Argentina] da genitori dì
famiglie illustri, che si trasferiscono ben presto nella capitale
Buenos Aires. Sin da piccolo soffre di attacchi d'asma che non
smetteranno mai di tormentarlo e che tuttavia [nei frequenti
spostamenti alla ricerca di un clima migliore] non gli impediranno di
godere del gioco e del contatto con la natura; così, come più
avanti negli anni, della pratica sportiva: dal nuoto al calcio, dal
rugby all'atletica, dal ping pong agli scacchi. La sua maestra
elementare ne segnala l'irrequietezza, l'indipendenza, lo spirito
socievole, scherzoso e accattivante che ne fanno un leader naturale
fra i compagni di scuola. Gli stimoli dell'ambiente familiare [dove
si mostra particolarmente premuroso con nonni e fratellini] non
mancano di certo al piccolo Ernesto, che non perde occasione per
soddisfare la propria insaziabile curiosità. Legge Salgari,Verne,
Dumas, Cervantes. A nove anni segue già con interesse i reportages
della guerra di Spagna di uno zio acquisito, Cayetano Cordoba,
giornalista, iscritto al Partito comunista argentino. E a quindici
anni divora libri di storia e opere di Garcia Lorca, Marti,
Baudelaire, Gandhi, fino a leggersi [e discutere con gli amici] testi
di Freud, Engels e una edizione abbreviata de il Capitale di
Marx. Diciassettenne, inizia a scrivere il primo di sette quaderni di
un dizionario filosofico. Quando Parigi viene liberata dai nazisti,
partecipa a una manifestazione repressa dalla polizia. In Argentina
sono gli anni dell'avvento del peronismo. Si delinea dunque la
personalità versatile di un ragazzo franco e sincero che non si
risparmia nel dire quello che pensa. Mostra pure una buona dose di
incoscienza giovanile. Si occupa di fotografia, grafologia,
aeronautica. Solo nel ballo non era un granché. Mentre il suo rigore
lo rendeva talvolta antipatico.
Nel '46 si iscrive a
ingegneria; ma l'anno successivo migra alla facoltà di medicina. Per
l'asma viene riformato dal servizio militare. Conosce Tita, una
militante della Gioventù comunista a cui scriverà spesso nei suoi
viaggi. A vent'anni si innamora di Carmen Cordoba, alla quale
reciterà a memoria Venti poesie d'amore e una canzone disperata
di Pablo Neruda.
Il primo gennaio del '50
intraprende la sua prima avventura percorrendo 4.500 chilometri per
gran parte dell'Argentina in sella a una bicicletta Norton cui era
stato adattato un motore Cucciolo. Scrive a parenti e amici le
proprie impressioni di viaggio. L'anno dopo si imbarca come
infermiere su navi che toccano le coste del Brasile, Venezuela
eTrinidad Tobago. Tornato a Buenos Aires, nel gennaio '52 si
accomiata dalla sua ultima fidanzata [Chichina Ferreira] e con
l'amico Alberto Granado intraprende il famoso viaggio in motocicletta
[una Norton 500 battezzata «Poderosa II»], documentato da un suo
circostanziato diario. Prima ancora di arrivare [il primo marzo] a
Santiago del Cile la moto si rompe. Decidono di proseguire con
qualsiasi mezzo. In Perù attraversano il Cuzco, dal lago Titicaca a
Machu Picchu; poi Aya-cucho, Lima [il primo maggio] per infine
inoltrarsi nella selva amazzonica. Per i loro interessi di studio,
tappe fisse nell'itinerario sono i leb-brosari. L'asma perseguita il
Che, che non trascura mai di scrivere a casa. Il 2 luglio sono a
Bogotà, il 17 a Caracas, dove Ernesto si separa da Granado. Vuole
rientrare in Argentina per terminare gli studi. Ma l'aereo da
trasporto si rompe a Miami, dove è costretto a fermarsi un mese.
Arriverà a Buenos Aires, atteso dai familiari, il 31 agosto. Fra
ottobre e novembre da ben 15 esami.
Il12 giugno '53 si
laurea. Il 7 luglio, insieme all'amico Carlos Ferrer, è di nuovo in
treno verso la capitale boliviana La Paz, dove il Movimento
nazionalista rivoluzionario è al potere. La meta finale è il
Venezuela.
Ma a Guayaquil [Equador]
Guevara si lascia convincere dall'amico Eduardo Garcia a puntare sul
Guatemala, dove è in corso l'esperienza rivoluzionaria del
presidente Jacobo Arbenz. Si separa da Ferrer e si imbarca per
Panama. Poi risale via terra l'istmo [Costa Rica, Nicaragua,
Honduras, El Salvador] per giungere a Città del Guatemala il 20
dicembre. Per mantenersi fa i lavori più disparati [compresi
reportages giornalistici sui suoi viaggi]. Assiste nel luglio '54
alla caduta di Arbenz ad opera di un sanguinoso golpe ordito dalla
Cia e dalla United Fruii Company. Si presta come medico volontario e
riceve addestramento militare. Trasferisce armi e nasconde esponenti
del governo rivoluzionario, ma li critica per non aver organizzato la
resistenza. Si impone la repressione. Guevara, individuato come un
«pericoloso comunista argentino», ripara nell'ambasciata argentina
e alla fine di agosto se ne va in Messico. A ottobre riesce a entrare
come allergologo praticante [senza salario] all'ospedale generale di
Città del Messico. Per vivere fa il fotografo. Si rivede con la
peruviana Hilda Gadea che aveva conosciuto in Guatemala. I progetti
del Che sono di completare il periplo latinoamericano con una breve
tappa a Cuba e poi di attraversare l'Atlantico per conoscere l'Europa
e soprattutto Parigi.
Ma nel luglio '55, nella
capitale messicana, conosce Fidel Castro Ruz, esiliato da Cuba dal
dittatore Batista dopo l'assalto al Moncada e la detenzione
nell'isola dei Pini. Il 18 agosto Ernesto Che Guevara si sposa con
Hilda. Il 15 febbraio seguente diventa padre di Hilda Beatriz. Ma il
suo destino non è quello di dedicarsi alla famiglia: Fidel lo nomina
responsabile del personale del Rancho Santa Rosa, in realtà campo di
addestramento per la futura spedizione che a bordo della piccola nave
Granma si dirigerà verso Cuba con l'intento di accendere la miccia
della rivoluzione.
da Il primo a
sinistra, supplemento a “il
manifesto”, 1993
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