Nell'ultimo numero di "A - Rivista anarchica" un corposo dossier ricorda Luigi Veronelli, il gastronomo libertario scomparso dieci anni fa. Riprendo questo ricordo "meridionalista" di Lavacca. (S.L.L.)
Luigi Veronelli |
Il 2 febbraio 2004 a Monopoli (Bari)
centinaia di persone, agricoltori in testa, occuparono il porto per
protestare contro la frode sistematica dell'importazione illegale di
olio. L'idea era venuta a Veronelli. Che c'era.
Negli anni novanta il porto di Monopoli
era considerato uno dei principali approdi da parte di navi cisterna
piene di olio di dubbia provenienza. Olio che dopo il suo sbarco
diventava magicamente extravergine nazionale. Sempre negli anni
novanta, un gruppo di compagni aveva messo in piedi una piccola
associazione dal nome Assudd, e il raddoppio delle consonanti esse e
di voleva significare gente fastidiosa, tosta, rognosa. Bene,
decidemmo che tra le varie iniziative era giunto il momento di
incazzarsi sullo scempio che ogni giorno veniva perpetuato a danno
degli olivicoltori monopolitani.
Quelle continue navi cisterne nel porto
di monopoli davano un segnale di una cittadina indifferente alle
truffe e alle sorti dell'agricoltura. Sapevamo che quell'immagine non
rappresentava i pugliesi e cosi decidemmo di agire. Avevamo bisogno
di una autorità, di una persona di indubbio valore tecnico e
sociale, una persona che potesse darci una mano ad accendere un
grande faro sul porto di Monopoli e su tutto quello che di negativo
rappresentava per la città e per la Puglia. Convenimmo tra i
compagni che l'unica persona che poteva darci una mano era Luigi
Veronelli.
Qualche giorno dopo trovai il numero
della casa editrice EV e chiamai. Chiesi di poter parlare con il
maestro Luigi Veronelli. Telefonata che non dimenticherò facilmente.
Telefonata che mi gira ancora in mente per la cortesia
nell'ascoltarmi, la concretezza nelle risposte e nelle proposte. Una
voce e un timbro di grande spessore. In quella bellissima telefonata
del gennaio 2004 Luigi mi ascoltò, era al corrente e sapeva
perfettamente quale fosse la situazione nel porto di Monopoli e mi
propose senza indugi un'azione di disobbedienza civile. L'obiettivo
era di occupare la banchina del porto di Monopoli e salire su una
delle navi cisterna ancorate alla banchina.
La sua proposta fu chiara, precisa e
tosta. Con la stessa convinzione io accettai. Finalmente un atto di
ribellione contro le migliaia di tonnellate di olio scaricate nel
porto. Da quella telefonata, da quella bellissima intesa, si realizzò
la più bella, la più nutrita, la più variegata manifestazione di
protesta in agricoltura. Da quella telefonata hanno preso avvio tante
cose con Luigi e con tutto il mondo che gli girava intorno.
La manifestazione fu progettata
nell'area di pertinenza della capitaneria di porto. Area vietata da
sempre a qualsiasi manifestazione. La mattina del 2 febbraio del 2004
centinaia di persone si ritrovarono al porto di Monopoli per dare
vita a un momento di di disobbedienza civile. Luigi sembrava il
pifferaio magico. Arrivarono da tutta Italia, arrivarono dalle
campagne del sud della Puglia, arrivarono agricoltori dalle campagne
monopolitane. Bellissimo, tanta gente che manifestava finalmente
contro le importazioni selvagge di olio.
Gli agricoltori avevano portato il loro
olio, il loro pane e i loro pomodori. Furono allestiti, nell'area
vietata, tavoli della qualità e furono offerte bruschette della
disobbedienza. Gino parlava con tutti e tutti parlavano con lui,
attorniato dagli agricoltori pugliesi. La mattinata si concluse con
un successo di partecipazione, per me e per noi, impensabile. A
pranzo fummo invitati in campagna da amici agricoltori e si formò
una grande tavolata. Persone e agricoltori che arrivavano alla
spicciolata per il solo piacere di parlare con Gino o farsi una foto
con lui.
Il pomeriggio avevamo organizzato un
dibattito nella chiesa sconsacrata di San Pietro e Paolo nella città
vecchia di Monopoli. Tanta tanta gente. La batteria dei politici in
prima fila ad ascoltarlo. Gino fu grandioso, continuò ad affascinare
tutti i presenti, grandi racconti, grandi intuizioni, grandi storie
agricole. Parole semplici, ma efficaci come macigni. Scosse coscienze
e menti appassite. Rimane e rimarrà la più importante e grande
manifestazione agricola mai realizzata nei nostri territori.
Il diario di quella giornata fu
impreziosito da un regalo che lui volle fare all'agricoltura del sud.
La manifestazione si svolse il 2 febbraio, giorno del suo compleanno.
La scelta del 2 febbraio non fu casuale. Io lo considero un grande
omaggio agli agricoltori pugliesi. Alcuni numeri di quella giornata,
oltre alle centinaia di agricoltori e cittadini: c'erano una
sessantina di organizzazioni presenti alla manifestazione, una decina
di emittenti nazionali e locali, una quindicina di testate
giornalistiche.
Una giornata indimenticabile, ancora
grazie.
"A rivista anarchica", Anno 44 n.8 Novembre 2014
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