17.1.15

Cacciari a doppio taglio. Contro la Santanché, con Giuliano Ferrara.

Sulla "Huffington Post" dell'Annunziata si è letta ieri notizia di una polemica al cui centro sono Massimo Cacciari, il grintoso filosofo ed ex sindaco di Venezia, e l'onnipresente Santanché. Riprendo per intero il pezzetto scritto.
Massimo Cacciari contro Daniela Santanché che aveva parlato di superiorità della civiltà occidentale rispetto all'Islam. "Poverina cosa dice, la Santanché è la dimostrazione che non siamo una civiltà superiore", ha detto il filosofo, ex sindaco di Venezia, intervenendo a La Zanzara su Radio 24. "E' una stupidaggine colossale, siamo una civiltà completamente diversa", ha aggiunto Cacciari che poi ha sottolineato come nella nostra civiltà siano nati "personaggini come Hitler e due guerre mondiali, che non mi sembrano siano state scatenate dall'islam". L'ex sindaco di Venezia si è detto invece d'accordo con il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara. "Ha ragione quando dice che il problema è il Corano, perché lui è una persona colta e il Corano l'ha letto, a differenza della Santanché".
Le riflessioni di Cacciari sono argute e argomentate e le mazzate alla Santanché assestate con buonissime motivazioni e tuttavia il riconoscimento delle ragioni di Giuliano Ferrara fa nascere il sospetto ch'egli parli con lingua biforcuta e che il suo ragionare sia a doppio taglio, giacché sembra reintrodurre, sul terreno propriamente religioso, quella “inferiorità islamica” che esclude sul più vasto campo della “civiltà”. 
A me sembra che su Ferrara Cacciari si sbagli. Il Corano non è radicalmente diverso dalla Bibbia giudaico-cristiana. Si possono trovare anche per il Corano gli escamotages che consentano una lettura più disinvolta, meno ancorata alla lettera. Il fatto che sarebbe stato dettato, mentre a Mosé, San Paolo e agli Evangelisti Dio soffiava la verità dentro è differenza non sostanziale. Ottimi musulmani e, ancor più, credenti musulmane in cerca di liberazione femminile hanno trovato la chiave, più o meno quella usata da protestanti e da cattolici: il Signore - dicono - dettava in modo da farsi capire da Maometto come pure dalla gente del suo tempo e del suo luogo. Che le epifanie del divino nella storia comportino una qualche relativizzazione del messaggio di verità e salvezza non è - insomma - nozione estranea all'intellettualità islamica più avveduta.
Lì non c'è stata, purtroppo, una Riforma protestante che valorizzasse la libera interpretazione individuale, né una radicale battaglia di laicizzazione della vita sociale come fu in Europa l'Illuminismo. Gli intellettuali laici del mondo musulmano non perciò hanno retto al fallimento politico delle tirannidi illuminate dei nazionalisti arabi o turchi, sono rimasti sulla difensiva ed oggi sono in grave difficoltà. Ma non si capisce perché Ferrara (o anche Cacciari) debbano leggere il Corano come lo leggono gli amici del califfo o gli ayatollah di Persia e avallare l'idea che quello sia l'unico modo possibile.  

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