24.2.15

I Beatles e Walt Disney. La storia segreta (Francesco Adinolfi)

Gli avvoltoi nel "Libro della Giungla" (Walt Disney)
Il 18 ottobre 1967 esce nelle sale cinematografiche Usa Il libro della giungla, tra i più noti film d'animazione della Disney. Sono gli anni del beat e della swinging' London e in molti si domandano perché i quattro avvoltoi – Flaps, Buzzy, Ziggy e Ziggy - presenti nella pellicola assomiglino così tanto ai Beatles senza essere i Beatles. Hanno gli stessi capelli a caschetto, parlano - nella versione angloamericana - con l'accento di Liverpool ma stranamente la loro interpretazione vocale (That's What Friends are For, in italiano Siamo amici tuoi) rimanda ai mondi del doo wop, cioè a una dimensione musicale ben poco affine ai suoni del quartetto. E ancora: se erano effettivamente ricalcati sui Beatles perché Lennon e gli altri non furono mai coinvolti nel film? La storia di quell'equivoco/rapporto irrisolto Beatles/Disney è ancora oggi estremamente affascinante. Non solo: Disney sarà paradossalmente e inconsapevolmente al cuore della carriera del gruppo. Ma andiamo per gradi.
A partire dagli anni Novanta è diventata prassi comune per un artista (da Elton John a Phil Collins al nostrano Fiorello) prestare la voce a un personaggio animato; al contrario, negli anni Sessanta era come flirtare con il diavolo, puro anatema: non sorprende quindi che i Beatles dissero no al creatore di Topolino. Nel 1965, alla fine di agosto, Brian Epstein, il manager del Beatles, si era incontrato segretamente con Walt Disney. Un incontro avvolto nel mistero di cui non esistono testimonianze certe. Così segreto che secondo alcuni nemmeno ebbe luogo, ma tant'è. Al 2850 di Benedict Canyon, Beverly Hills i Beatles avevano affittato a Hollywood la casa dell'attrice Zsa Zsa Gabor; vi abiteranno dal 23 al 31 agosto durante una pausa del loro secondo tour Usa ricevendo una sequela di ospiti (Roger Mc-Guinn e David Crosby dei Byrds, Peter Fonda ecc.) e preparandosi con ansia e entusiasmo allo storico meeting del 27 agosto con Elvis che li incontrerà nella sua abitazione di Perugia Way, Bel Air (proprio in quei giorni il rocker stava finendo di girare il film Paradiso hawaiano).
I Beatles in concerto
Di sicuro Epstein intravvedeva nella collaborazione con Disney un fondamentale punto di svolta economico, sia per sé che per i Beatles. Allo stesso tempo voleva consegnare la band alla storia immortalandola in un film che sarebbe durato per sempre. Tornato a casa, il manager aveva informato Lennon dell'incontro con il creatore di Topolino; volarono subito parolone e l’atmosfera si infuocò. Con loro c’era anche il maggiore Bill West, un venditore di ceramiche-gadget che Epstein aveva conosciuto nel 1963 e con cui stava trattando per un’importante operazione di merchandising. Questi raccontò che l'incontro con Lennon fu elettrico, bollente; evidentemente Epstein aveva scelto il momento sbagliato per coinvolgere il musicista. Si tenga conto che il quartetto era reduce da una recente una session fotografica negli studi londinesi della Tvc Films (nel 68 la casa cinematografica produrrà insieme alla statunitense King Features anche la pellicola Yellow Submarine), organizzata per il lancio di The Beatles, la serie animata che il successivo 25 settembre 1965 avrebbe debuttato negli Usa sulla Abc. La seduta fotografica era stata noiosa e interminabile, i Beatles avevano bevuto e Lennon era molto infastidito. In maniera categorica ribadì: «Non c'è nessuna possibilità che i Beatles cantino per quel cazzo di Topolino». Epstein cercò in tutti i modi di spiegare a Lennon le ragioni dell'incontro con Walt Disney, ma non ci fu verso; West dichiarerà che Lennon aveva aggiunto: «Non sono un cartone animato che puoi vendere e comprare; anzi se lo dico agli altri sei finito; di' a Walt Disney di andare affanculo, di fare un contratto a quel grassone di Elvis, lui sì che fa film del cazzo». Poi Lennon abbandonò la stanza e Epstein si scusò con West per il comportamento del musicista. Già un anno prima le trattative di Epstein con i produttori Usa (King Features) di The Beatles, avevano indispettito il gruppo a cui non era piaciuto che ogni episodio fosse costruito intorno a una loro canzone (in seguito la Apple Corps diventerà però proprietaria di quei cartoni!). Lo stesso Epstein forzerà i Beatles a scrivere quattro pezzi originali da utilizzare in Yellow Submarine, un film (d’animazione) mal visto dal quartetto a cui collaboreranno controvoglia; alla fine i Beatles cederanno prendendovi anche parte. Non a caso al debutto londinese (London Pavillion, Piccadilly Circus, 17 luglio 1968), ci saranno tutti e quattro. Non si sa se Epstein abbia mai raccontato a Paul, Ringo e George i dettagli dell'incontro con Disney, sta di fatto che per le canzoni de Il libro della giungla la casa cinematografica si affiderà ai titolatissimi fratelli Sherman. Eppure i Beatles nel cartone ci saranno comunque, caricaturizzati – a loro insaputa - in guisa di avvoltoi; non solo: come già detto parlano come si parla nelle strade di Liverpool e sembrano proprio loro. Ripensando oggi a quel film, forse la decisione di Lennon fu (politicamente) azzeccata: dopotutto sesso, Disney e rock'n'roll non sono mai andati troppo d'accordo; inoltre quattro mesi prima sarebbe uscito Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band e la fonosfera dei Beatles sarebbe cambiata per sempre.
Eppure la Disney è paradossalmente al cuore dei Beatles seguendoli fino all'ultimo istante di vita. E qui si apre un'altra storia. Quella dello scioglimento ufficiale del gruppo, il 29 dicembre 1974, proprio un decennio dopo l'incontro di Epstein con lo stesso Disney. Dieci giorni prima, il 19 dicembre 1974, i Beatles e una schiera di avvocati si erano dati appuntamento al Plaza Hotel di New York, ironicamente il primo albergo in cui il gruppo aveva soggiornato al suo esordio Usa nel '64. Bisognava firmare le carte che avrebbero decretato la fine del gruppo. Quel giorno erano presenti Paul, i suoi avvocati e la moglie Linda (armata di macchine fotografiche per immortalare l'incontro); c'era George con il suo avvocato e il suo direttore commerciale; mancava Ringo, rimasto in Gran Bretagna, ma erano presenti i suoi rappresentanti legali; c'erano anche gli avvocati inglesi e statunitensi della Apple. Tutto era pronto: mancava solo Lennon che peraltro abitava a pochi isolati dal Plaza.
L'avvocato di Harrison chiamò il musicista al telefono che al tempo viveva con May Pang, la sua segretaria (nel '73 si era separato da Yoko Ono e nel '75 avvierà le pratiche di divorzio). Lennon non volle rispondere e fu la ragazza a riferire:«John ritiene che gli astri non siano propizi per cui non si presenterà». Una scusa del genere in un'occasione così delicata sconvolse i piani del giorno e mandò su tutte le furie Harrison, già teso per un tour solista aspramente criticato dalla stampa che culminava proprio in quelle ore al Madison Square Garden (un concerto il 19 e due il 20). George se la prese con il suo avvocato - colpevole secondo il musicista di non essersi ben accordato con gli avvocati di Lennon - a sua volta attaccato da tutti i legali presenti. Poi prese il telefono e vomitò una sequela di improperi nella cornetta. Dall'altra parte c'era May Pang: «Togliti quei cazzo di occhialetti e vieni qui!». La ragazza chiese se voleva parlare con John (che peraltro ascoltava appoggiato alla spalla di Pang) e lui: «No! Digli solo che qualsiasi sia il suo problema, io ho iniziato questo tour da solo e lo finirò da solo». Harrison adorava Lennon e quella reazione dava il senso della criticità della situazione.
Il giorno dopo Paul e Linda andranno comunque a trovare Lennon rassicurandolo che tutto sarebbe finito bene; lo stesso Harrison lo inviterà al party di fine tour che avrebbe tenuto la sera stessa all'Hippopotamus club. In quell'occasione John, Paul e George si abbracceranno amichevolmente. Il 21 John, Julian (al tempo 11enne) e May Pang lasceranno New York diretti a West Palm Beach in Florida dove trascorreranno il natale. Da lì si sposteranno a Disney World, a Orlando, alloggiando al
Polynesian Village Hotel (oggi Polynesian Resort), uno dei primi alberghi inaugurati all'interno del parco divertimenti. Qui si celebrerà la vera liturgia della fine. Il 29 dicembre 1974, i documenti relativi allo scioglimento dei Beatles verranno, infatti, consegnati a Lennon da un avvocato della Apple. Il musicista telefonerà ai legali di Harrison per limare alcuni punti e poi chiederà a May Pang di preparare la macchina fotografica per immortalare il momento della sua firma. Pang ricorda che John guardò fuori dalla finestra della stanza, ed era come se in quel momento l'intera storia dei Beatles gli fosse passata davanti. Poi prese la penna e firmò John Lennon a piè di pagina.
In quella improbabile cornice disneyana, esotica e ultralounge, stavano finendo i Beatles in carne e ossa, e al contempo stavano rinascendo come icona pop senza tempo: unica, immortale. Un sogno artistico e culturale, di quelli che spesso si incontrano solo nei fumetti e nei cartoni animati.


ALIAS N. 40 - 22 OTTOBRE 2011

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