1.3.15

La guerriglia (Vo Nguyen Giap)

Ho tratto il brano che segue da Guerra del popolo, esercito del popolo, il più celebre trattato militare del generale Giap, geniale stratega delle due grandi guerre di liberazione del popolo vietnamita, quella contro il colonialismo francese conclusasi con la battaglia di Dien Bien Phu (1964) e quella contro l'imperialismo americano conclusasi con l'indipendenza e l'unificazione dell'intero paese (1975). A me sembra che la riflessione sulla guerriglia non abbia solo un valore militare, ma anche politico. Vo Nguyen Giap è morto, ultracentenario, nel 2013. (S.L.L.)
La guerra popolare di lunga durata del Viet Nam richiedeva anche forme di combattimento adeguate: adeguate alla natura rivoluzionaria della guerra, al rapporto di forze in quel tempo nettamente favorevole al nemico, alle ancora molto deboli basi materiali e tecniche dell'Esercito popolare. La guerriglia era questa forma di combattimento adeguata. È possibile affermare che la guerra di liberazione del popolo vietnamita fu una lunga ed ampia guerriglia che andò via via facendosi sempre più complessa fino a dar luogo, negli ultimi anni della guerra di resistenza, ad una guerra di movimento.
La guerriglia è la forma tipica della guerra combattuta dalle masse popolari di un paese economicamente arretrato, in lotta contro un esercito d'aggressione fortemente equipaggiato e ben sostenuto. Il nemico è forte, lo si evita; è debole, lo si attacca; al suo armamento moderno si oppone, per conseguire la vittoria, un eroismo illimitato che si traduce in operazioni di logoramento e di annientamento del nemico, secondo le circostanze; si attua al tempo stesso una combinazione delle operazioni militari con l'azione politica ed economica; non vi è linea di demarcazione fissa, il fronte è dappertutto, là dove si trova il nemico.
Concentrazione di truppe, per realizzare una schiacciante superiorità ove il nemico si trovi abbastanza allo scoperto e per poter così distruggere le sue forze vive; iniziativa, duttilità, rapidità, sorpresa, prontezza nell'attacco e nel ripiegamento. Finché il rapporto strategico di forze permane sfavorevole, concentrare risolutamente le proprie truppe per ottenere una superiorità assoluta in un combattimento in un dato luogo a un dato momento. Logorare a poco a poco il nemico con piccole vittorie, e al tempo stesso preservare ed accrescere le proprie forze. Concretamente, non perdere assolutamente di vista che l'obbiettivo fondamentale dei combattimenti consiste nella distruzione del potenziale umano del nemico e che bisogna quindi evitare combattimenti, che, volti alla conservazione ad ogni costo del terreno, abbiano come conseguenza delle perdite. E ciò al solo fine di potere recuperare in seguito i territori occupati e di poter liberare completamente il paese.
Nella guerra di liberazione vietnamita, la guerriglia si estese in tutte le regioni temporaneamente occupate dal nemico. Ogni abitante divenne un soldato; ogni villaggio una fortezza; ogni cellula di Partito, ogni Comitato amministrativo di comune uno stato maggiore.
Tutto il popolo partecipava alla lotta armata combattendo, secondo i principi della guerriglia, in piccoli drappelli, ma sempre secondo una sola e stessa linea, secondo le stesse direttive, quelle del Comitato Centrale del Partito e del Governo.


Da Guerra del popolo esercito del popolo, Feltrinelli, 1968

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