15.3.15

Medicina e cartapesta. I molti usi della colla cerviona (Cav. Adone Palmieri)

Nella Roma papalina del 1862 un tal Cav. Adone Palmieri diffondeva con periodicità settimanale “IL DIVULGATORE di popolare istruzione per ogni ceto”, che definiva “GIORNALETTO sulle arti industriali ed altri utili notizie”. Si trattava in genere di quattro paginette di utili consigli per le necessità domestiche e per il fai da te. Una delle sostanze che più appassionano il cavaliere divulgatore è la “colla forte” da falegname o “colla cerviona”, che viene tuttora usata nel restauro anche se oggi, per indicarla, si preferisce la forma “cervione”. Era ricavata dalla bollitura di ossa e altri residui animali , da cui si ricavavano corpose “gocce” color ambra che gli artigiani trasformavano in colla liquida sciogliendole in un pentolino con più o meno acqua, a seconda della forza adesiva che voleva ottenere. A Roma era detta anche “colla tedesca”, perché nello Stato pontificio il prodotto veniva importato dalla Germania. Una ristampa anastatica in volumetto de “IL DIVULGATORE”, fu curata “in numero limitato di copie per gli amici” sul finire degli anni Settanta del 900 dalla Casa Editrice D'Anna (Messina-Firenze) specializzata nell'editoria scolastica, con una bella prefazione di Carlo Lapucci giocata in chiave di “storia e microstoria”. Era il tempo in cui di documentazioni relative a casi molto particolari, circoscritti nello spazio e nel tempo, si faceva un duplice uso: come “campione”, indizio per la ricostruzione di contesti più ampi, sia come strumento per comprendere le differenze di mentalità, culture, organizzazione sociale tra diversi territori o il loro modificarsi nei decenni. Fu un tentativo, di certo utile, che ebbe cultori soprattutto in Francia nel giro delle Annales e in Italia (dopo un bel libro di Ginzburg sul “paradigma indiziario” nelle scienze storiche, Einaudi pubblicò una collana di microstorie): si cercava di trovare una giusta misura tra la costruzione di grandi modelli interpretativi e l'individuazione “del particolare e dell'unico”, poli dell'arte-scienza di scrivere storie fin dalle sue origini.
Dal libretto che mi fu donato riprendo due brevi articoli che prevedono usi molto diversi della “colla” di cui sopra, entrambi tratti dal numero del 22 febbraio. (S.L.L.)

UTILE RIMEDIO PER LF FERITE
In pratica l'esperienza è tutto, e cadono le più belle teorie al letto dell'infermo, che è appunto il luogo del disinganno. Sono anni molti che addito, giovare le semplici, le innocenti cose, meglio assai dei costosi farmachi composti di moltiplici sostanze, alle quali mal resiste poi la organica vivente fibra. Dissi, e urlai, che la soluzione di Colla forte così detta o Colla cerviona, applicata alle più ampie ferite, purché da curarsi di prima intenzione, tenuta in luogo mercé un semplice pezzo di carta qualsiasi, risparmia sfila, cerotti, pezze, unguenti, fasce, tempo e dolore di nuove medicature. Imperciocché riunite le labbra della ferita istessa, e con un filo al più legatavi sopra un pezzo di carta imbrattata di colla ridetta, la guarigione è assai sollecita, mite il dolore, subito che le nervee papille rimangono bene-al coperto cosi dalla irritante impressione dell'aria. E ciò non è importante nei grandi Arcispedali, nei Campi di battaglia? Eppure chi li crederebbe? Un Savio, intesone il parere di Medico-chirurgico Consesso, questi rispose, ciò non dispiace, ma oggi abbiamo per le ferite il Collodion. Diamine!! Preferibile è invece il mio sarcotico al costosissimo Collodion, per la ragione che il collodion istesso è composto di Fulmicotone e di Etere, occorre spessissimo che l'Etere si volatilizza, e non si ritrova più nella boccetta che il conteneva , o altre volte anche esplode. E l'Economia? Con un bajocco di Colla forte si curano cento delle suddette ferite; e io non la finirò giammai di ripetere, che come colle buone si convince meglio quella feroce belva chiamata uomo in ira; così usando semplici, innocenti rimedii, si conduce a più pronta e sicura guarigione la massima parte delle malattie; o almeno chi Cura, non sentesi gridare appresso dall'ingrato, forse non sempre ingiustamente del tutto, a furia di composti veleni tu l'ammazzasti!!

CARTAPESTA DI NUOVO GENERE
Si fanno macerare in acqua e bollire molto, rititagli di carta grossolana e inservibili ad altro uso. Dopo si pestano nel mortajo, e quindi di nuovo fanno ribollire con soluzione di colla tedesca, detta colla forte, o colla cerviona. Così colla forma vi si possono comporrE graziosi e variati lavori, cornici, e tutt'altro. Ma ciò che più interessa, lo si è che cotali manifatture si possono rendere impermeabili, ed incombustibili quasi, coll'unirvi in moderata proporzione il vetriolo di ferro, e colla stemperata nell'albumina. Allora simile cartapesta riesce pure ottima a costruirvi tettoje leggere, capitelli di colonne, statue, ed ogni altro bassorilievo, scatole, bambini, ed altro, secondo il genio o capriccio di chi con ciò si diverte, e lucra.

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