29.5.15

Il corruttore. Alessandro Natta ricorda Giovanni Gentile (Nello Ajello)

Giovanni Gentile, il filosofo di Castelvetrano teorico del fascismo
Ho intervistato alcuni mesi fa Alessandro Natta e abbiamo parlato a un certo punto di Giovanni Gentile. L'attuale segretario del Pci ebbe occasione di conoscerlo da vicino frequentando la Scuola Normale di Pisa, di cui il filosofo era direttore. Nei tardi anni Trenta, quella Scuola era un covo di antifascisti. E Gentile com' era?, ho chiesto al segretario del Pci. "Un corruttore", è stata la risposta. E poi, freddamente: "Ho sempre ritenuto che Gentile dovesse finire com'è finito".
Come sia finito Giovanni Gentile è noto. Il 5 aprile del 1944, a Firenze, tre giovani gli spararono attraverso il finestrino della sua macchina. Il filosofo morì subito. Venti giorni più tardi, sull'Unità e poi su Rinascita, Togliatti in persona attribuì al proprio partito la soppressione di Gentile, "traditore volgarissimo", "bandito politico", "filosofo bestione", "canaglia". 
Sono passati quarant'anni e oggi Natta non trova molto da cambiare in quel necrologio.


Stralcio dall'articolo Giovanni il corruttore, la Repubblica, 16 ottobre 1984

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