1.7.15

Renzi. “Nuddu ammiscatu cu nenti” (S.L.L.)

Gli eventi delle ultime settimane e degli ultimi giorni illustrano come tutti i nodi della politica italiana abbiano come centro nevralgico l'Unione Europea e la sua natura: se debba cioè trattarsi di un'area di solidale e unitario sviluppo oppure di uno strumento per il dominio di alcuni grandi paesi sulla parte meridionale del Continente, simile a quei trattati economici e politici panamericani che garantivano agli USA lo strapotere sull'America Latina.
Matteo Renzi, il capo del governo italiano, ha avuto la fortuna di presiedere nel semestre luglio-dicembre 2014 la conferenza dei capi di stato e di governo dell'Unione Europea. E' un ruolo importante che permette di fissare l'agenda delle questioni e che, in passato, ha consentito ad alcuni dei leader degli stati membri di affrontare le questioni ritenute prioritarie nei paesi di origine.
Con Renzi quel semestre è passato liscio come l'olio, lasciando irrisolte le due questioni chiave per l'Italia: quella del debito e dell'austerità e quella dell'immigrazione e del suo governo. Nessuno in Europa si è accorto della sua esistenza.
Più che d'Europa il toscano s'occupava d'Italia e impegnava tutto il suo piglio decisionista a sottomettere e umiliare la sinistra del suo partito, oltre a fare approvare una legge elettorale di cui i suoi sono ora i primi ad avere paura, una riforma del Senato che già - nel suo giro - si pensa di correggere, una riforma del lavoro che se scontenta i sindacati e i lavoratori occupati non fa né caldo né freddo agli imprenditori, che continuano a sottolineare l'urgenza di "ben altri" provvedimenti.
E - anche dopo il semestre europeo - l'omino con la sua "politica del fare i fatti" non ha realizzato altro che una riforma della RAI e e della scuola di bassissimo profilo. Quest'ultima, senza affrontare nessuno dei nodi politici e culturali della formazione, esalta il potere clientelare dei presidi (i quali, per tradizione e deformazione categoriale, non sono più uomini di scuola e non possono essere "manager", ma essenzialmente "burocrati") e comprime la libertà didattica e la creatività pedagogica degli insegnanti.
Finora, facendo il piazzista meglio di Berlusconi, ha venduto come "fare i fatti" codesta mercanzia avariata di cui ci si dovrà il prima possibile liberare; ma credo che si sia vicini alla resa dei conti. La questione dell'immigrazione è sempre più esplosiva e sempre meno governata, la questione del debito e dell'austerità, dopo le vicende greche, tornerà al centro dell'attenzione e non saranno più possibili giochini su leggi elettorali e altri magheggi.
La verità viene sempre più fuori. Renzi non è neanche quel maiale che qualcuno va gridando, Renzi è una nullità. "Nuddu ammiscatu cu nenti" - dicono in Sicilia. Nessuno mescolato con niente.


Nota fb, 29 giugno 2015

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