1.8.15

Aldo Capitini all'inaugurazione del COS di Magione (Giovanni Moretti)

Il prof. Giovanni Moretti nel 1998
Il ricordo che qui segue è di Giovanni Moretti, dialettologo tra i maggiori d'Italia, a lungo docente all'Università di Perugia, morto nel 2005. Era uno dei giovani antifascisti del Lago Trasimeno di cui discorre nella vivida testimonianza sulle prime esperienze in provincia dei Centri d'Orientamento Sociale fondati da Aldo Capitini. (S.L.L.)
Aldo Capitini
All'inaugurazione del Centro di Orientamento Sociale di Magione, una domenica della primavera del 1945, intervenne gente da tutto il comune, circa cinquecento persone che presero posto nella grande sala del teatro Mengoni di fronte al palco eretto per le "autorità".
L'iniziativa di costituire il C.O.S. era partita da un gruppo di giovani, in maggioranza studenti che, seguendo i dibattiti del C.O.S. di Perugia, erano stati presentati al professor Capitini: gli stessi giovani che dal 1942 avevano cercato di reagire alla piatta e scolorita vita di paese istituendo il circolo culturale "Biblioteca Gabbiani del Trasimeno" i cui dibattiti aperti e poi le prese di posizione contro la Repubblica sociale e contro i tedeschi dopo l'8 settembre 1943 avevano fatto correre ad alcuni di loro seri pericoli.
Ora che "il fronte era passato" e che gli eserciti tedesco e alleato si fronteggiavano sulla "linea gotica", si stavano ricostruendo paesi, ponti e strade: però le ferite ben più profonde dovevano essere medicate e la vera "terra bruciata" era nell'animo di gran parte della popolazione frastornata dall'in-calzare precipitoso di eventi di immensa portata. In pochi mesi infatti erano sfilati soldati delle più disparate nazionalità, si era passati dallo stato di guerra a fianco della Germania all'armistizio, alla caduta di un regime auto-proclamatosi eterno, era cominciata la Resistenza e un nuovo governo, costituitosi al Sud dopo la fuga del re da Roma, aveva dichiarato la guerra all'antico alleato schierandosi a fianco del nemico di ieri. Di qui l'importanza dei Centri di Orientamento Sociale e la necessità di aprirne uno anche a Magione.
I giovani avevano lavorato bene, erano riusciti a ottenere perfino l'intervento del prefetto che era allora l'avvocato Peano (antifascista, incarcerato dal regime, nominato prefetto di Perugia dagli alleati su indicazione del Comitato di Liberazione Nazionale - N.d.R.), il che aveva richiamato al teatro Mengoni gente del capoluogo e di tutte le frazioni del comune. Era la prima visita ufficiale delle nuove "autorità" a Magione.
Parlò per primo il professore Capitini che trattò dell'esperienza del C.O.S. di Perugia e di quelli di altri centri, del loro funzionamento, e sottolineò l'importanza della discussione dei problemi che interessano una comunità e l'importanza del controllo dal basso. Quindi fu la volta del prefetto, del sindaco, del giudice Apponi di Perugia presidente del Comitato regionale di Liberazione Nazionale (C.L.N.), dopodiché doveva avere inizio il dibattito. Ma il pubblico non si mosse. Accorsa più per ascoltare, più per applaudire che per intervenire in prima persona, la popolazione del luogo non era certo abituata e preparata aquel tipo di riunione. Passarono infatti alcuni minuti di vero e proprio imbarazzo durante i quali caddero nel vuoto le varie esortazioni a chiedere la parola, ad alzarsi per iniziare il dibattito.
A un tratto si fece avanti un anziano contadino che aveva qualcosa da dire e che, passando per recarsi alla tribuna davanti al palco delle "autorità", levò per tutto il tragitto il braccio nel saluto fascista in direzione di Capitini, di Apponi, del prefetto e degli altri. Al che tutti scoppiarono a ridere e fu quel gesto innocente a sbloccare la situazione, a far cadere le prevenzioni. Dopo l'intervento del contadino, pieno di buon senso, furono in molti a chiedere la parola, a salire sulla tribuna, fu un fiorire di domande che accesero un dibattito pieno di interesse.
La riunione ebbe termine a pomeriggio iniziato dopochè i presenti ebbero stillato un vero e proprio programma di lavori e furono fissate le date dei successivi incontri. Malgrado l'ora avanzata parecchie persone, in maggior parte giovani, si fermarono in sala attorno al prof. Capitini per stringergli la mano, per chiedere delucidazioni, per insistere su qualcuno degli argomenti trattati.
Ma, ad un certo punto, ci fu chi riuscì a portare via Capitini dal gruppo che lo attorniava. C'era "qualcuno" che gli voleva parlare e infatti fu presentato a un signore che i presenti conoscevano bene. Era il più grande proprietario agrario della zona, molti anni prima podestà di Magione, sempre in prima fila ad ossequiare le "autorità" (nella sua villa aveva dormito, al passaggio del "fronte", il feldmaresciallo Kesserling). "Ci siamo" - disse uno vedendolo prodigo di sorrisi e gesti in compagnia di Capitini -"cambiano i suonatori ma la musica è sempre quella: siatene certi".
Capitini, gioviale come al solito, si disse lieto di far la sua conoscenza, ne accettò i complimenti per la riuscita della manifestazione e, pronto per accomiatarsi già si voltava verso il gruppetto che lo attendeva con una certa trepidazione, quando quel signore, che gli teneva ancora serrata la mano, ad alta voce aggiunse: "anche Lei oggi deve essere mio ospite, professore...può approfittare della mia macchina che La condurrà nella mia villa insieme a Sua Eccellenza il Prefetto e con le altre autorità: il pranzo è già pronto... non permetterò mai che...". A questo punto fu visto Aldo cambiare l'espressione del viso: guardò bene in volto il suo interlocutore e, scrollando la testa, lo interruppe con "ma neanche per idea! io vado a mangiare due uova al tegame in trattoria in riva al Trasimeno" e così dicendo piantò in asso quel tizio rientrando nel gruppo dei giovani che, visibilmente sollevati, con lui uscirono festosi all'aria aperta.

micropolis maggio 1998 
- da "il potere è di tutti" (numero speciale del periodico mensile edito nel settembre-dicembre 1968, anno V, per onorare la memoria di Aldo Capitini fondatore della rivista).


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