14.8.15

In morte di Ferruccio Ritossa (Roberto Defez)

Si è spento giovedì 9 gennaio Ferruccio Ritossa, uno dei più grandi genetisti italiani. Nato vicino a Pola in Istria nel 1936 da padre macellaio e madre insegnante, a otto anni subiscono una "pulizia etnica", e il padre viene ucciso in una foiba. La famiglia fugge esule finendo a Pesaro, dove Ferruccio studia da perito agrario, laureandosi poi in agraria a Bologna. Conosce Adriano Buzzati Traverso a Pavia, dove inizia a studiare quello che diventerà la passione della sua vita: Drosophila, il moscerino della frutta che è stato un modello su cui si sono sviluppate le ricerche genetiche di non pochi premi Nobel nel mondo. 
Ferruccio Ritossa al microscopio (1962)
Segue il suo maestro Buzzati a Napoli all’Istituto di Genetica e Biofisica e pubblica il suo primo fondamentale lavoro nel 1962, scoprendo fenomeno dell’heat shock, ossia l’attivazione selettiva di gruppi di geni in risposta a stress termico. Un fenomeno diventato talmente rilevante che negli ultimi anni è stata fondata una società scientifica internazionale sullo stress cellulare, che ha voluto celebrare nell’aprile scorso Ferruccio con un evento a Roma all’Ara Pacis dedicata a lui sia come scienziato sia come scultore, essendo quest’ultima la sua attività degli ultimi venti anni.
Ferruccio Ritossa all'Ara pacis (2010)
Negli anni sessanta fa la spola tra Napoli e gli Stati Uniti, dando inizio ad altri progetti di ricerca di successo sulla famiglia dei geni degli Rna ribosomiali, e creando una scuola di grandi genetisti, tra i quali Edoardo Boncinelli prima e poi Antonio Simeone. A metà anni Settanta inizia a Bari la sua vicenda universitaria, che terminerà a Bologna all’inizio degli anni novanta, quando decide di abbandonare l’accademia per seguire appunto una passione e un impulso che lo portano a diventare scultore e a usare ulivo e marmo per coniugare la cultura biologica con l’insofferenza ai dogmi e alle convenzioni. Negli ultimi anni si impegna anche a scuotere le coscienze per le insensate campagne di demonizzazione degli OGM, che considera il più ragionevole avanzamento tecnologico per migliorare e aumentare le produzioni agricole.
Una scultura di Ferruccio Ritossa
Recentemente troverà il modo di dichiarare il suo sconfinato affetto per Adriano Buzzati Traverso riconciliandosi dopo le vicende che portarono nel 1969 a essere coinvolto nella crisi dell’Istituto di genetica di Napoli. Gioca un ruolo da protagonista al Festival della Scienza di Genova, nel 2011, dove espone tre sue Drosophile in ulivo che volano su uno specchio d’acqua. In un dibattito, a Genova, si dice convinto che lo studio su Drosophila aiuterà a scoprire la causa e quindi curare la malattia di Parkinson che lo affligge. Nel marzo 2013, le sue Drosophile termineranno il loro volo nel rogo di Città della Scienza dove erano esposte. Ma continueranno a volare negli occhi delle decine di migliaia di ragazzi che avevano visitato quella mostra sulla storia della genetica, e anche di chi ha incrociato lo sguardo penetrante di Ferruccio, che bruciava di inesauribile curiosità intellettuale. Ora anche Ferruccio ha preso il volo liberandosi dalla malattia che ne aveva insultato il corpo, senza incrinare la libertà di uno spirito autonomo ed irriverente del lucido sognatore.


“Il Sole 24 ore Domenica”, 19 gennaio 2014

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