23.8.15

Matteo Salvini, il clandestino

Un dispaccio ANSA di ieri sera riprende da facebook una invocazione del segretario della Lega Nord Matteo Salvini: "Altri 3000 clandestini in arrivo su 22 barconi. Aiutateli, soccorreteli, curateli ma non fateli sbarcare".
Costui non capisce quello che dice e scrive. Oppure lo capisce benissimo e parla a sproposito per seminare paura.
L'aggettivo clandestino deriva e prende significato da clam, un avverbio latino che vuol dire "di nascosto" e la parola incute timore appunto perché allude a pericoli che non si vedono, occultati ad arte. Ora 3000 persone su 22 barconi, uomini, donne, bambini che si vedono, su imbarcazioni che si riesce perfino a contare, tutto sono fuorché clandestini. 
A ciò si aggiunge l'assoluta illogicità di quello che Salvini chiede: è fin troppo ovvio che non si soccorre, aiuta e cura efficacemente (cose che peraltro devono fare sempre gli altri) sui barconi in mezzo al mare.
In verità in questo caso l'unico clandestino è il capo della Lega Nord. E' lui che usa artifici dialettici, peraltro inefficaci e ridicoli, per mascherare il suo razzismo, il suo cinismo, la sua mancanza di umanità.
Purtroppo è difficile contrastare l'ondata di simpatia che posizioni di questo tipo ottengono nel mondo del lavoro e tra la povera gente. Le classi dirigenti italiane che hanno voluto mantenere irregolari per decenni centinaia di migliaia di immigrati, con lo scopo di creare un "esercito di riserva" e mettere sotto il lavoro, hanno creato odi e diffidenze che nessuno riesce a scalfire, neppure le parole del papa. Per ricostruire tra gli sfruttati un livello decente di solidarietà ci vorranno lustri se non decenni.
Intanto è bene che chi intende non s'arrenda e conduca con tutti i mezzi disponibili una resistenza e una controffensiva culturale. No al razzismo, anche a quello clandestino, comunque mascherato. (S.L.L.)

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