26.9.15

I 4 Steinbeck. Elio Vittorini scrive a Valentino Bompiani (1938)

John Stein beck
Una lettera di Vittorini, conservata nell’archivio della casa editrice Bompiani e scritta qualche tempo prima di Americana (è del giugno 1938), restituisce bene il clima culturale di quegli anni, documentando gli interessi, allora anticipatori, di Valentino Bompiani verso la nuova letteratura americana, e le reazioni di Vittorini.
Bompiani aveva pubblicato da poco Uomini e topi di Steinbeck e aveva affidato in lettura a Vittorini altri quattro libri dello scrittore, per averne un giudizio. Tortilla Flat sarebbe uscito pochi mesi dopo come Pian della Tortilla; In Dubious Battle nel 1940 come La battaglia. Bompiani, accogliendo anche il giudizio di Vittorini, non avrebbe invece preso gli altri due libri. Le scelte di Bompiani, come testimonia questa lettera, non coincisero con quelle di Vittorini, ma ne tennero criticamente conto. (S.L.L.)
Valentino Bompiani
Caro Bompiani,
mi scusi se rispondo alla Sua ultima con un buon mese di ritardo. Ma il lavoro mi lascia pochissimo tempo per leggere e solo ora ho potuto finire i quattro libri di Steinbeck. Le confesso che, dopo tale lettura, sono rimasto un po’ perplesso circa il valore genuino dello scrittore. Perché uno dei libri, To a God Unknown, è pieno d’un senso molto misterioso e segreto della vita, genere Lawrence; un altro, In Dubious Battle, è invece puramente realistico come un qualunque romanzo di Lewis o Dreiser; un altro, Cup of Gold, è romantico quasi come un libro di Walter Scott; e finalmente Tortilla Flat è picaresco né più né meno come il Gil Blas.
Elio Vittorini
Il curioso è che Steinbeck se la cava abbastanza bene in tutti e quattro i generi; e benissimo in Tortilla Flat. Ma si tratta di quattro diverse concezioni della vita che con l’altra di Of mice and men e di Red Pony (un breve libro di tre racconti uscito in edizione di lusso e, nell’insieme, più bello di Of mice and men) fanno cinque... Che scherzo è questo? Stevenson, Lei sa, fu un caso simile. Ma i suoi libri buoni sono tutti di un genere. Gli altri, per quanto scritti abilmente e letterariamente impeccabili, oggi, sulla distanza, si rivelano falsi...
Ora io mi domando quali sono, in effetti, i falsi di Steinbeck? Per questo mi trovo, come Le ho detto, piuttosto perplesso. Credo, ad ogni modo, che lo Steinbeck più vero sia quello ultimo, di Of mice and men e Red Pony; e che dei quattro libri da lei mandatimi solo Tortilla Flat, pur nel suo picarismo, si avvicini a Of mice and men. Inoltre è un libro veramente spassoso, con un valore suo particolare e scritto da Dio. Io sarei contento di poterlo tradurre. Insomma glielo consiglio senza riserve.
Le consiglierei a preferenza Red Pony, ma è troppo breve, 68 pagine appena. E fare un volume di racconti che raccogliesse i tre di Red Pony e altri pubblicati di recente su Esquire, sull’Atlantic Monthly eccetera non sarebbe consigliabile, perché renderebbe troppo palese il modo sbandato in cui Steinbeck procede, ora a nord, ora a sud, ora a est, ora a ovest. Dunque non c’è che Tortilla Fiat. E’ un bel libro, ripeto, e non riesce troppo strano che sia stato scritto dall’autore di Of mice and men. Anche Of mice and men ha, specie nell’inizio, qualcosa di picaresco.
Vorrei tenere i quattro libri ancora per qualche tempo. Posso?
Coi migliori saluti,
suo Vittorini

Nessun commento:

Posta un commento