11.11.15

Misericordia! Arriva il Giubileo. (S.L.L. - micropolis ottobre 2015)

L'articolo su “micropolis” che annuncia il ritorno delle “Cronache giubilari”. E' stato scritto il 19 ottobre, prima dello scandalo dei dossier e dell'uscita dei sue libri “satanici” sugli affari della Chiesa cattolica. Di questo e d'altro si dirà conto nel prossimo numero del mensile umbro, in edicola con “il manifesto” venerdì 27 ottobre. (S.L.L.)  
Fisichella presenta il logo del Giubileo 2016.
Ce la farà stavolta a diventare Cardinale?
Il “giornalino” del 18 ottobre ha sparato in prima pagina il titolo Chiesa, aria di rivoluzione sopra l'immancabile foto del Papa cattolico che sorride e benedice. L'enfasi che vi si legge non è, in verità, caratteristica solo del foglio umbro, ma anche del personaggio notiziato, che - come quell'altro - annuncia una rottamazione al giorno per garantirsi una preponderanza mediatica: fa impressione udire un Papa che al Sinodo dichiara necessaria una “conversione del Papato”: “Il Papa, non sta, da solo, al di sopra della Chiesa, ma dentro di essa, battezzato tra i battezzati, e dentro il collegio episcopale, come vescovo tra i vescovi”.
Per riportare alle giuste dimensioni la “rivoluzione” di Bergoglio basta comunque leggere “Avvenire”, il quotidiano dei vescovi. Il titolo sul discorso programmatico è assai meno incendiario: Il Papa alla Chiesa: io garante di unità; si parla di “decentralizzazione”, di “Conferenze episcopali che decidono di più”: si tratterebbe, insomma, di una autonomia octroyée, concessa dall'alto, in una sorta di “monarchia federalista” che fa pensare a Maurras, il capo della Action Française.
Nell'interpretazione delle mosse papali mi pare dirimente la scelta di un Giubileo straordinario, piuttosto che di un Concilio. Tuttora il Concilio Vaticano II, che rivelò la grande varietà di posizioni dottrinali e pratiche interne alla Chiesa che si pretende universale, viene vissuto in Curia come un incubo da esorcizzare, come una Babele; e Bergoglio si adegua, sicché, tra i papi novecenteschi, guarda più a Wojtila che a Roncalli. Non è un caso che in preparazione del Giubileo si recuperino figure di dignitari che con Ratzinger sembravano cadute in disgrazia: come mons. Fisichella, che aveva e conserva eccellenti “entrature”, a cui si affida il compito di guida organizzativa.
Sul significato generale del Giubileo e sui risvolti politici e finanziari non mancherà occasione per riflettere: apriremo su “micropolis” un osservatorio che metta insieme cose umbre e cose romane. Per intanto giova ricordare che in Umbria la Conferenza episcopale di agosto ha indicato i due poli regionali del Giubileo: la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli in Assisi e il Santuario dell'Amore Misericordioso a Collevalenza. È difficile non collegare la scelta della Porziuncola alle disavventure dei suoi amministratori, con ingenti capitali bloccati in Svizzera per i perigliosi legami con riciclatori. Ci sono già state sostituzioni con lo scopo dichiarato di far pulizia, ora si vuol favorire un afflusso di pellegrini che possa in parte ristorare delle perdite l'Ordine francescano coinvolto, quello dei Frati minori cappuccini.

Una nuova conferenza episcopale umbra in settembre si è incontrata con i prefetti per la preparazione dell'Anno Santo. Non sono mancate nell'occasione felicitazioni per il vescovo emerito di Terni Paglia, che esce indenne dalle indagini giudiziarie sull'acquisto di un castello (ma non lascia la diocesi umbra indenne dagli effetti delle sue dilapidazioni). Anche Paglia, fondatore e ispiratore della Comunità di Sant'Egidio, pare tra i ripescati dal nuovo pontefice. In prima fila nell'organizzare le manifestazioni papaline di questi giorni sulla famiglia, ha contribuito alla liquidazione di Marino, giudicato inaffidabile dalla Curia. In una trasmissione radio da lui curata un finto Matteo Renzi gli ha chiesto un commento alle dichiarazioni del Papa contro il sindaco di Roma: Paglia ha approfittato dell'assist per riversare sull'inquilino del Campidoglio un cocktail di untuoso e di acido. La finta gaffe sembra però aver giovato alle quotazioni del gerarca ciociaro: non escludo qualche incursione in Umbria nell'anno giubilare.  

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