12.11.15

Passioni creative. Liberi amori omosessuali (Chiara Simonetti)

Eleanor Roosevelt e Lorena Hickok
Non ci si lasci fuorviare dall'aggettivo «omosessuali» del sottotitolo, ma si rifletta sulla forza creatrice della passione: questa raccolta di sintetiche biografie di grandi coppie del Novecento (Liberi di Amare. Grandi passioni omosessuali, Rizzoli, 2006) della giornalista Laura Laurenzi (già autrice tra l'altro di studi su passioni e infedeltà) ci ricorda ancora una volta come il secolo scorso abbia stigmatizzato chi ha avuto il coraggio - o la possibilità - di vivere fino in fondo la propria inclinazione, chi più chi meno, omoerotica.
Arthur Rimbaud, Marguerite Yourcenar, Federico Garcia Lorca, Greta Garbo, Eleanor Roosevelt, Pier Paolo Pasolini, Rudolf Nureyev, Gianni Versace, Elton John e i loro amori più significativi sono raccontati da Laurenzi con pietas e rispetto: l'attenzione del lettore viene portata sul sentimento - e sulle sue estreme conseguenze - più che sul sesso dei soggetti che lo hanno agito. D’altronde, in questa nostra società sempre più orientata verso l'approvazione dei pacs e dei matrimoni gay, così ben rappresentata dal regista spagnolo Pedro Almodóvar, che si autodefinisce "pansessuale", nel senso che gli piace «qualunque tipo di sesso, compresi quelli che devono ancora essere inventati», a chi importerà, tra pochi anni, dei gusti sessuali dei protagonisti di queste storie?
Eppure, prima di arrivare alla giocosità di Almodóvar la strada è stata - per molti lo è ancora - lunga e sofferta. Ma, suggerisce l’autrice, queste personalità sarebbero state altrettanto straordinarie se non avessero vissuto fino in fondo la Passione?
«I biografi di Rimbaud concordano nel ritenere che il poeta non fosse deliberatamente e pienamente omosessuale e che proprio per questo si sia macerato nei sensi di colpa di una relazione che tuttavia coincise con i picchi più alti della sua spettacolare furia creativa». Già, Arthur Rimbaud e Paul Verlaine. Una relazione che diventerà «un labirinto di perdizione, un gorgo di contraddizioni, umiliazioni, sensi di colpa». Dopo, Rimbaud scriverà Una stagione all'inferno.
Marguerite Yourcenar diventerà, nel corso di una storia con la professoressa americana Grace Frick durata quarant’anni, l’autore delle Memorie di Adriano. «Grace diventa (...) la sua assistente a tempo pieno, oltre che la sua unica traduttrice in inglese. L'ha aiutata finanziariamente, l'ha presentata agli editori, l'ha introdotta nell’ambiente letterario americano e ora ha pieni poteri: Grace sceglie, commenta, critica, redige, cataloga, controlla, archivia».
Quando era già famoso sia per la sua bravura che per la sua scelta, nel 1961, di non rimpatriare in Russia, Rudolf Nureyev volle conoscere il grande ballerino danese Erik Bruhn, «il principe dei principi», l'unico da cui avesse «qualcosa da imparare». (...) «A presentarli è un'amica comune, una ex di Erik Bruhn che ora è l’amante di Rudolf, la prima ballerina americana Maria Tallchief. Anche Erik Bruhn è bisessuale. Tutti, in misura diversa, lo sono, a suo avviso». (...) «La venerazione di Rudolf si appanna man mano che l'allievo supera il maestro in fama, in gloria, in ricchezza, anche se mai nella tecnica». Nel 1962, l'anno successivo al loro incontro, Nureyev danzò per la prima - leggendaria - volta con colei che sarebbe stata per settecento volte la sua insostituibile partner: Margot Fonteyne. Dopo Erik Bruhn, Nureyev venne «presto paragonato, per le manifestazioni di fanatismo di cui fu oggetto, a Maria Callas».
Quando Lorena Hickock, «una delle giomaliste più conosciute d'America», conobbe la futura first lady Eleanor Roosevelt, per la quale rinuncerà a tutto, e alla quale insegnerà a "scrivere" e a "parlare" facendola diventare una tra le donne più popolari al mondo, non sa ancora quanta abnegazione, quante rinunce le costerà questo amore di tutta una vita.

Come in tutte le coppie composte da personalità eccezionali, il sodalizio lavorativo supera quello affettivo, perché si parla la stessa lingua, si comprendono, si fanno le stesse cose: capita che uno dei due riconosca, scopra e alimenti il genio dell'altro e l'allievo superi, annientandolo, il maestro. Poco importa se il sesso di appartenenza è lo stesso, il meccanismo - spietato ma inarrestabile -non cambia.


“Tuttolibri La Stampa”, 10 giugno 2006

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