3.12.15

Cronache Giubilari. Le relazioni pericolose.

Il papa cattolico Bergoglio, in arte papa Francesco con il vescovo Vincenzo Paglia
A giudicare dai prodromi, il Giubileo straordinario non sembra accompagnato dai migliori auspici. Prima la complicata cacciata dell'infido Marino, in cui Bergoglio ha dovuto impegnarsi di persona, poi le rivelazioni sulle finanze vaticane del libri di Nuzzi e Fittipaldi con la caccia ai corvi e l'intrigo che viene alla luce, da ultimo il terrore che, dopo gli attentati di Parigi, semina dubbi sullo stesso svolgimento dell'Anno Santo.
Anche dall'Umbria arriva qualche preoccupazione, non senza qualche buona nuova. Perplessità suscita ad esempio la pubblicità che il vescovo Sorrentino ha dato alla visita in Assisi dell'Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede e lo strano comunicato che ipotizza visite di pellegrini cattolici alla Sinagoga di Roma, al ghetto e museo ebraico, guidate dalla moglie dell'ambasciatore piuttosto che da un rabbino. Emerge una vicinanza con lo Stato di Israele quanto meno inopportuna. Intanto la diocesi di Spoleto prevede qualche novità per l'Anno Santo, incontri per i separati, le coppie di fatto, i divorziati risposati, un'apertura non scontata, e il cardinale Bassetti attacca la corruzione penetrata nel seno stesso della Chiesa, sottolineando, fuori da ogni prudenza, il suo schieramento coi propositi di riforma del Papa.
La relazione più curiosa tra Umbria e Roma che la cronaca registri passa, ancora una volta, attraverso l'ex vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, e lo collega a Immacolata Francesca Chaouqui, la faccendiera calabrese già membro della COSEA, la commissione – nominata da Bergoglio e ora sciolta - sulle attività economiche e amministrative del Vaticano. La donna è accusata, insieme a monsignor Vallejo Balda, che della commissione era segretario, di essere tra i “corvi” che hanno passato documenti riservati ai giornalisti. La stampa parla di un fascicolo trasmesso dalla Procura della Repubblica di Terni alla magistratura romana (e, forse, vaticana): conterrebbe intercettazioni di telefonate della donna col vescovo Paglia e con altri tra cui Andrea Riccardi, numero uno della comunità di Sant’Egidio. L’inchiesta umbra nasce dagli accertamenti sul dissesto della Curia locale che avevano coinvolto il Paglia (poi prosciolto) e riguarda fatti relativi al “business dei santi”, le mazzette pagate per accelerare beatificazioni e canonizzazioni. Nella diocesi di Terni la Chaouqui aveva avuto un ruolo preciso: aveva proposto a monsignor Paglia di aiutarlo a rimettere in sesto i conti e aveva costruito allo scopo una rete di contatti: politici e alti prelati, banchieri, giornalisti e imprenditori. Non si limitava a discorrere dei casi ternani, chiedeva informazioni e ne otteneva. C'è attribuisce al rapporto con Paglia la nomina nel Cosea della donna: di costei fu pubblicata dall'“Osservatore Romano” una foto ufficiale con Bergoglio.

In Via Crucis di Nuzzi si trova, intanto, una delle possibili spiegazioni della scelta giubilare di papa Francesco. Le difficoltà finanziarie della Curia, effetto di gestioni improvvide e dilapidazioni, pur senza intaccare l'enorme patrimonio vaticano, hanno creato un bisogno di denaro che i pellegrinaggi giubilari possono soddisfare, anche se, dopo le stragi parigine, si dovranno rivedere i calcoli. Certo è che garantire il massimo della sicurezza possibile aumenterà i costi per lo Stato italiano, con il rischio che alla fine pesi sul cittadino contribuente, con prelievi emergenziali. Viene in mente il primo Giubileo indetto da Bonifacio VIII. Secondo Giovanni Villani qualche buontempone si divertiva a sostituire il Crimina laxantur (“I peccati vengono rimessi”) degli inni con Crimina taxantur (“I peccati vengono tassati”). Secondo Gregorovius nelle casse vaticane in quel 1300 arrivarono almeno 50 mila fiorini d'oro, utilizzati per l'acquisto di immobili e la fondazione del Castel Giubileo, da far fruttare in futuro come alloggio per pellegrini.

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