16.5.16

La più bella sarà la mia (S.L.L.)

Campobello di Licata in una vecchia cartolina
Quand'ero piccolo alle elementari non c'erano classi miste, tranne forse nelle pluriclassi di campagna, e anche fuori da scuola bambine e bambini vivevano in mondi separati.
Le poche volte in cui si riusciva a combinare un gioco comune, si sceglieva il nascondino (ammucciareddra) o il trenta-trentuno che ne era una variante. Nascosti in qualche anfratto capitava anche di dare un bacino o un pizzicotto alla bambina più simpatica.
Le bambine facevano quasi sempre tra loro i loro giochi. Rammento "lu paradisu", con le caselle segnate per terra con una pietra di gesso, dove quando qualcuna sbagliava le dicevano "scacasti".
C'era un altro gioco femminile che prevedeva il canto di una filastrocca: "Passa passa e porta via / la più bella sarà la mia". Non ne ricordavo lo svolgimento e ipotizzavo che fosse il gioco delle "belle statuine", ma una delle mie belle compaesane mi ha ricordato tutt'altro giuoco, con le fanciulle disposte in circolo, un fazzoletto che passava di mano, un pegno da pagare.

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