24.8.16

Mao Tse-tung. Una lettera a Lin Piao (1936)

Il momento del massimo splendore della stella di Lin Piao (1908-71) nel comunismo cinese si ebbe con il IX congresso del partito, nel 1969. Non solo fu lui a tenere il rapporto iniziale e a tirare le conclusioni, ma venne sancito il suo ruolo di “più fedele compagno d'armi e successore di Mao Tse-tung”. Poi la sua improvvisa caduta: secondo la versione ufficiale cinese nel 1971 aveva organizzato un complotto per uccidere Mao e impadronirsi del potere e nel settembre di quell'anno morì in un incidente aereo mentre tentava la fuga. In realtà fino ad allora era stato - tra i capi militari del comunismo cinese - il più vicino a Mao nelle ricorrenti crisi del partito ed aveva sostituito come ministro della difesa P'eng Teh-huai, che a Mao si era contrapposto, dopo il Plenum di Lushan del 1959.
Lin, nato nel 1908, si era formato come militare presso l'Accademia Whampoa di Chiang Kai-shek nel 1926, e nello stesso anno era entrato nel Partito comunista cinese. Appena ventiduenne, nel 1930, divenne comandante della terza Armata Rossa. Dopo la Lunga Marcia, egli lavorò all'Accademia dell'Armata Rossa, a Yenan, ribattezzata Università politica e militare antigiapponese, a partire dal 1936, occupandosi della formazione dei quadri militari. È a questo periodo che si riferisce la lettera, resa nota durante la Rivoluzione Culturale. L'importanza dello scritto è nel primato che Mao attribuisce alla formazione generale, culturale e letteraria, dei capi militari, fino a sottolineare la sua prevalenza sulla formazione tecnica. (S.L.L.) 
Da sinistra Lin Piao e MaoTse-tung

1936
Compagno Lin Piao,
Sono pienamente d'accordo con la tua lettera. Una sola osservazione: dei tre corsi, l'educazione «culturale» (coltivare la capacità di leggere, leggere libri e giornali, e scrivere) è l'elemento più importante, la componente fondamentale. Secondo quanto affermate tu e i tuoi colleghi, pari rilievo sarà dato alla teoria e alla pratica; gli strumenti «culturali» fanno parte della «pratica» che unisce la teoria alla pratica. Gli strumenti «culturali» possono e devono essere impiegati per unire le due cose. Se lo studente, dopo aver appreso altre cose, non può né leggere libri né scrivere, il suo sviluppo futuro dopo aver terminato la scuola sarà limitato. Se tu sei d'accordo con me, allora penso che nei prossimi quattro mesi ci dovrebbero essere un maggior numero di lezioni «culturali» (lettura, scrittura e composizione) nel secondo e nel terzo corso. A mio giudizio, queste lezioni dovrebbero essere aumentate di numero fino a un quarto o anche a un terzo del totale delle ore di studio (compresi i compiti a casa) di uno studente. Ti prego di riflettere su questo problema. Quando verrà il momento per gli esami periodici, la «cultura» sarà un importante metro di giudizio.
Saluti.
Mao Tse-tung

In Mao Tse-tung Per la Rivoluzione Culturale. Scritti e discorsi inediti 1917-1969 – Antologia a cura di Jerome Ch'en, Einaudi, 1975

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