Il
miracolo che preserva il mondo, la sfera delle faccende umane, dalla
sua normale, "naturale" rovina è in definitiva il fatto
della natalità, in cui è ontologicamente radicata la facoltà di
agire. È, in altre parole, la nascita di nuovi uomini e
il nuovo inizio, l'azione di cui essi sono capaci in virtù
dell'esser nati. Solo la piena esperienza di questa facoltà può
conferire alle pratiche umane fede e speranza, le due essenziali
caratteristiche dell'esistenza umana che l'antichità greca ignorò
completamente, rimuovendo la fede in cui essa ravvisava una virtù
assai infrequente e di nessunissimo conto, e confinando la speranza
nel novero delle funeste illusioni del vaso di Pandora. È questa
fede e speranza nel mondo che trova forse la sua più gloriosa ed
efficace espressione nelle poche parole con cui il Vangelo annunciò
la "lieta novella" dell'avvento: 'Un bambino è nato fra
noi'.
Da
VITA ACTIVA. La condizione umana, Tascabili
Bompiani, 1991
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