Era il febbraio del 1963.
A New York aveva nevicato e le strade erano coperte da uno strato
grigio di neve. Suze Rotolo camminava, abbracciandosi al suo
"boyfriend" per ripararsi dal vento. Mentre i due andavano
da Jones Street verso la 4th Street, dov'era il loro appartamento, un
fotografo scattava foto promozionali. Erano per il fidanzato di Suze:
un folk singer esordiente con, alle spalle, un primo album che non
aveva riscosso particolare successo e che si apprestava a pubblicarne
un secondo. Lui aveva da poco legalmente cambiato nome, e da Robert
Zimmerman era diventato Bob Dylan. Una di quelle foto, tre mesi dopo,
divenne la copertina del secondo album del cantautore, The
Freewheelin Bob Dylan, e Suze Rotolo, immortalata al suo fianco,
entrò di diritto a far parte della storia del rock.
«Ancora oggi non riesco
a identificarmi con la ragazza di quella foto», dice Suze Rotolo,
«ho combattuto contro quell' immagine per anni, non volevo restare
per tutta la vita "la ragazza della copertina di Dylan".
Quegli scatti sono sempre stati il simbolo di una mia vita parallela,
lontana ma presente. Col tempo mi sono abituata, ho imparato a vedere
le cose con occhi diversi e oggi ho preso il coraggio a due mani e ho
provato a raccontare la storia che ho vissuto io». Timida,
lontanissima dal mondo del rock e delle rockstar, Suze Rotolo oggi ha
64 anni e ha finalmente deciso di raccontare la storia di quegli
anni, di quando nelle stanze dei club, negli appartamenti del
Greenwich Village, era accanto a Dylan quando lui scriveva canzoni
come A hard rain' s gonna fall, Blowin' in the wind o
Masters of war. Il libro s' intitola A Freewheelin' Time
(per ora è uscito solo in America) e dipinge un quadro vivido e
coloratissimo di com'era il Greenwich Village all'alba degli anni
Sessanta, quando era la terra d'elezione di Allen Ginsberg e Pete
Seeger, di poeti, scrittori, cantanti e musicisti, pittori e drop-out
di vario genere, che passavano le loro sere tra i caffè e i club
come il Gaslight, il Gerde' s, e il Café Wha.
La foto, quella foto, è
ovviamente anche la copertina del libro: «Era inevitabile», dice
Suze Rotolo, «anche perché quel singolo scatto, racconta molte cose
di quei tempi. Si vede l'amore, si vede l'idealismo, si vede la
controcultura. Si vede che avevamo un futuro e che volevamo scriverlo
da soli». È vero, quella foto racconta un'epoca, un sentimento, che
avrebbe cambiato profondamente la storia degli Stati Uniti d'America,
racconta un tempo lontano ma che è ancora vivissimo, proprio per
merito delle canzoni di Dylan che è naturalmente al centro del
libro. Ma Suze Rotolo non si concentra solo su di lui. L'incontro con
Dylan avviene al Folk Festival del luglio del 1961, quando lei ha 17
anni e lui 20. La loro relazione dura tre anni ed è molto intensa:
«Aveva un talento immenso, ma era anche una persona difficile,
vulnerabile. Io lo amavo e lui amava me, ma le nostre strade erano
diverse», scrive la Rotolo.
Nel luglio del 1963 i due
si separano, Joan Baez inizia a prendere il posto di Suze
nell'universo dylaniano. Dylan diventa una star e lascia il Village,
Suze resta a vivere lì, diventa avvocato, continua a combattere per
i diritti civili, si sposa, ha figli, non è più la ragazza della
foto. «Dylan diventò un elefante nella stanza della mia vita, per
poter avere una vita mia dovevo lasciarmi alle spalle quella foto,
quella vita, quella storia. Volevo proteggere la mia privacy, vivere
la mia vita, non quella della "ragazza di Bob"». Così
iniziò il suo lungo silenzio, rotto oggi dalla pubblicazione del
libro: «Perché raccontare tutto oggi? Perché alcuni ricordi si
perdono con il tempo, altri lasciano il segno, e i segreti rimangono
tali. Perché quella foto è ancora con me. Perché le cose che mi
piaceva raccontare magari non sono importanti, ma sono vere».
la Repubblica 8 agosto
2008
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