ROMA
Chiesa gremita e saluti
romani sul piazzale antistante ai funerali di Edda Ciano, la figlia
primogenita del duce, coinvolta in una delle pagine più tragicamente
simboliche tra le tante drammatiche della buia avventura fascista in
Italia. Suo marito, Galeazzo Ciano fu fatto fucilare dal padre Benito
Mussolini perché accusato di tradimento. Una uccisione contro la
quale Edda si oppose con tutte le sue forze senza alcun successo. Nel
1943, infatti, Galeazzo Ciano, ministro per gli Affari Esteri e fino
a poco prima ritenuto il delfino del duce, votò un documento avverso
al regime e alla ferrea alleanza con i nazisti: Mussolini, malgrado
le pressioni della figlia, non evitò (o non volle tentare fino in
fondo di evitarlo) la condanna a morte del suo ministro e genero
decisa dal celebre «processo di Verona».
I funerali della figlia
di Mussolini, morta domenica scorsa in una clinica romana, si sono
svolti in forma «quasi privata». La messa è stata celebrata dal
parroco Maurizio Bevilacqua, nella chiesa frequentata comunementre
dalla Ciano quand’era in vita: quella del sacro cuore di Maria
Immacolata dei Parioli, il quartiere tradizionalmente abitato dalla
alta borghesia della capitale. Insieme a un centinaio di persone e
poco più c’era, commossa, la famiglia al completo: Romano e
Vittorio, gli unici dei cinque figli del duce rimasti in vita e le
loro rispettive mogli con i figli fra i quali, l’onorevole di
Alleanza nazionale Alessandra Mussolini con il marito. C’erano poi
i figli di Edda, Fabrizio e Raimonda e il marito di Annamaria,
l’altra figlia del duce già deceduta, insieme all’altro fratello
Bruno morto in guerra. Assenti i politici di spicco. An era
rappresentata da Mirko Tremaglia e Teodoro Buontempo mentre era
presente il ministro per gli Affari Esteri Susanna Agnelli. Tra le
corone e i cuscini di fiori spiccava quella con la scritta «Movimento
sociale-Fiamma tricolore».
Al rito funebre, inoltre,
hanno partecipato anche Giuseppe Ciarrapico, Giampaolo Cresci, il
principe Carlo Giovannelli e Cecco Giulio Baghino, presidente dei
reduci della Repubblica sociale italiana vale a dire, sia pure
indirettamente, il rappresentante di coloro che all’epoca decisero
di uccidere il marito di Edda, Galeazzo Ciano. Nessun accenno,
comunque, nell’omelia del parroco, alla vita privata di Edda Ciano
e alle vicende nella quali fu coinvolta. Solo una predica dedicata al
mistero, alla speranza della resurrezione, alla Pasqua. Le citazioni
da Isaia e dal Vangelo secondo Giovanni sono servite al
parroco per trattare i temi della morte, e appunto della resurrezione
e della speranza. «Siamo qui solo per pregare - ha detto il
sacerdote - la preghiera è il presupposto della speranza e noi
cristiani speriamo in un mondo riconciliato». È mancato anche un
discorso commemorativo da parte della famiglia o di altri
intervenuti. «Si è trattato di un funerale semplice - ha spiegato
onorevole Alessandra Mussolini, all’uscita della chiesa - è andato
tutto proprio come zia Edda desiderava».
La bara, una cassa
lineare di legno chiaro con il nome Edda Ciano Mussolini scritto in
lettere dorate, alla quale hanno fatto da cornice diverse corone di
fiori, è stata portata in spalla da parenti e amici e da Teodoro
Bontempo. «Edda Ciano era una donna molto forte e coraggiosa - ha
commentato il focoso deputato di An - è stata duramente provata
dalla vita ed ha saputo mantenere una grande riservatezza e
personalità. E' rimasta legata ai suoi ricordi e ai suoi affetti
continuando a vivere nella società contemporanea nel rispetto degli
altri e chiedendo rispetto. Se ne è andata - ha concluso Bontempo -
con silenzio, dignità e tanto rispetto da parte della gente».
Infatti, all'uscita la bara, spartana è stata accolta dal saluto
romano di un folto gruppo di giovani, della vicina sezione dei
Parioli di An, cui si sono uniti alcuni degli amici della Ciano che
avevano partecipato alla funzione.
Puntuale e in tono con lo
spirito i quei saluti fascisti fuori dalla chiesa - ma onestamente
non propriamente segnato dall’educazione e dal rispetto della
tragedia personale della donna scomparsa - il commento di Pino Rauti,
leader missino e, si sa, fascista ostinato. «Quei saluti romani
hanno onorato la figlia di Mussolini, non la moglie di Ciano».
Rauti, a Bruxelles per i suoi impegni di parlamentare europeo, non
era ai funerali di Edda Ciano, ma sottolinea: «C’era mia moglie e
poi c’erano una corona del partito, il federale di Roma Cospito e
un folto gruppo di giovani nostri simpatizzanti. Ieri, poi, era
apparso un mio necrologio su di un quotidiano romano». Rauti,
quindi, ha aggiunto: «Edda era sicuramente lacerata tra il padre e
il marito. Io rispetto il suo impegno di moglie e di madre, ma allora
ero dall’altra parte nel giudizio su Ciano: ero per il processo di
Verona e per la punizione».
Edda Ciano Mussolini,
verrà sepolta a Livorno, nella tomba della famiglia Ciano.
L'Unità, 12 aprile 1995
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