NEW YORK
Nell'estate del 1919 D.
H. Lawrence - malato, ridotto in miseria, deciso a lasciare per
sempre l'Inghilterra, "paese di bigotti e puritani", e a
tornare in Italia - lavorò a un romanzo ispirato alla sua "stagione
più felice". Non riuscì a finirlo (a novembre partì, diretto
a Firenze), lo riprese nel 1921 ma, poco convinto del suo valore
letterario, lo abbandonò incompiuto. Quattro anni dopo la sua morte,
nel 1934, la prima metà del romanzo fu pubblicata in A Modern
Lover, volume che raccoglieva i suoi scritti sparsi e minori. La
seconda parte era andata perduta. Ma sette anni fa i cinque taccuini
della seconda parte ricomparvero a un'asta della Sotheby e furono
acquistati da un libraio newyorkese per 17 mila dollari, il quale li
rivendè per 40 mila alla University of Texas di Austin, che possiede
il maggior archivio lawrenciano del mondo e che stava già preparando
l'edizione completa delle opere di Lawrence.
Ora l'intero romanzo
semi-inedito sta per essere pubblicato con il titolo Mr. Noon:
a settembre nell'edizione inglese, a ottobre nell'edizione americana
(Cambridge University Press, pagg. 412, dollari 24.95). "Il
libro non accresce la fama dell'autore", ci dice Lindeth Vasey,
che ha curato l'edizione americana, "ma è talmente
autobiografico che chiunque si interessi alla vita di Lawrence dovrà
leggerlo. Più volte sono stata tentata di annotare solo le parti che
non si riferiscono ad avvenimenti reali. Tra l'altro la parte inedita
è quella che solleva un altro velo sulla personalità dello
scrittore. Lawrence, in Mr. Noon, si rivolge direttamente al
lettore cosa per lui inconsueta. Inoltre, sul finire del libro arriva
a dire che la donna come 'oggetto dell'amore' è l'unico mezzo con
cui l'uomo stabilisce un rapporto col mondo".
Potrebbe sembrare
sorprendente, pensando al Lawrence più maturo, ma non lo è. Mr.
Noon descrive avvenimenti che accadono dal maggio al settembre
1912, il periodo in cui il protagonista conosce la donna che amerà,
nella casa del cognato di lei, in Germania. Nella realtà, quello fu
l'anno in cui Lawrence e Frieda von Richthofen, moglie del professore
universitario Ernest Weekley, si conobbero a Nottingham, in
Inghilterra, e furono travolti subito dalla passione. In meno di un
mese la coppia "clandestina" prendeva il ferry a Dover e
diceva addio "alla sicurezza e alla legalità". Diretti a
Ostenda, avevano scelto l'esilio. Era, appunto, il maggio 1912: le
tappe successive - nel libro come nella vita - sarebbero state la
loro entusiasmante scoperta dell'Italia, che Lawrence definì subito
"il più bel paese del mondo". Non può quindi stupire che
Mr. Noon sia un canto all'amore e alla donna.
Lawrence aveva già
deciso nell' inverno del 1911 di lasciare l'insegnamento e di
"ricominciare daccapo in Italia, in un paese civile".
Quando conobbe Frieda era un uomo a pezzi, aveva pubblicato The White
Peacock senza successo, era appena guarito da una polmonite, ed era
povero in canna, Frieda, donna fortemente sensuale e "esotica",
lo abbagliò come già lo abbagliava l' idea del sole italiano. Il
loro destino era segnato: Frieda abbandonò figli e marito e lo
seguì. Dopo un lungo viaggio arrivarono a Metz. Lawrence (come
scrisse in una lettera a un'amica, lettera che quindici anni dopo, a
Scandicci, avrebbe riportata quasi parola per parola in L'amante
di Lady Chatterley) si sentiva "euforico per la prima
volta". I due amanti trascorsero un breve periodo nel Tirolo e,
finalmente, in agosto, con due amici, attraversarono il Brennero e si
avviarono alla loro "stagione più felice". A Gargnano, sul
Lago di Garda, qualcuno li indirizzò a Pietro di Paoli, che aveva un
appartamento da affittare. L'appartamento era nella Villa Igea
("tante stanze e tanto sole!"): fu la loro prima casa. Mr.
Noon parla di questo periodo: è certamente dettato dalla nostalgia.
"Vivo felice nel sole, in esilio e in povertà", scriveva
agli amici a quel tempo. Lavava i pavimenti, grattuggiava il
formaggio, combatteva gli scorpioni armato di una spazzola -
assaporava la sua sensualità, "in notti più luminose del
giorno".
Il romanzo inedito,
dunque, inizia dove finisce Figli e amanti, dopo la morte
della madre del protagonista, quando lui decide di andarsene da
"Nottingham città del carbone" e ricominciare la vita a
Londra. La differenza è che Lawrence scelse l'Italia. "Lawrence
si dichiarò contrario a pubblicare Mr. Noon anche perché
troppi personaggi corrispondevano a persone reali e riconoscibili",
dice Lindeth Vasey. "Questo, naturalmente, oggi non ha più
valore, e non si tratta, comunque, di nomi importanti: erano
importanti solo nella vita di Lawrence. L'interesse maggiore è
altrove. In Twilight in Italy aveva già dato il resoconto di
quel primo viaggio in Italia, ma era, appunto, un viaggio: pagine
dove si incontrano i soldati che la notte cantano nelle strade e
infastidiscono Frieda, o che festeggiano i feriti di ritorno dal
fronte tripolitano; oppure la signora Samuelli che va a trovarli e
Lawrence, prima che arrivi, deve pulire l'argenteria e rifare il
letto. Erano già cose ' intime' , ma Mr. Noon penetra anche
meglio nella vera sostanza di quel periodo". Erano dunque i mesi
di una serenità che non sarebbe tornata.
Lawrence cominciò allora
a pensare alla traduzione dei "piccoli romanzi di un certo
Giovanni Verga"; poco dopo avrebbe affrontato l' ultima versione
di Figli e amanti. Nel gennaio 1913 avrebbe iniziato The
Lost Girl, il primo dei suoi libri con personaggi italiani. Mr.
Noon rappresenta quindi un ripensamento, una folata di vento
caldo nei successivi anni neri. C'è il caso che contenga il meglio
dell'anima nascosta del tragico Lawrence.
“la Repubblica”, 7
agosto 1984
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