10.3.17

L'amore infelice tra il cane e la volpe. Uno storico libro di Danilo Mainardi (Laura Lattes Coifmann)

Nella vita di ogni cucciolo, vi è un periodo sensibile, durante il quale s'imprime indelebilmente nel suo cervello la memoria del primo essere che gli si para davanti agli occhi. In quell'essere egli identificherà la propria specie, da lui e dai suoi simili si sentirà attratto socialmente e sessualmente. Basandosi su questo fenomeno, cui si dà il nome di imprinting, Mainardi e un suo allievo tentano l'accoppiamento del cane di sesso femminile Blue e della volpe di sesso maschile Kocis, allevati insieme a questo scopo sin da tenerissima età.
L'accoppiamento non riesce, la volpe muore all'età di due anni di polmonite, ma dall'esperimento abortito nasce un libro gustosissimo (Il cane e la volpe, Rizzoli, 1977) che si legge tutto d'un fiato, nel quale la storia di Blue e di Kocis diventa un pretesto per compiere quello che lo stesso autore definisce nel sottotitolo «un libero viaggio nel dominio dell'etologia ». Con un tono spigliato e tutt'altro che accademico vi sì parla del comportamento non solo di volpi, ma anche delle specie animali più disparate, dagli oranghi ai licaoni. dalla drosofile ai colombi, dai lupi ai topi, alle iene.
Perché l'esperimento non è riuscito? Sostanzialmente perché la cagnetta si è rifiutata di lasciarsi montare da una volpe di rango inferiore e questo fatto offre a Mainardi lo spunto per parlare del formarsi delle gerarchie, del rito della sottomissione che risparmia la vita ai più deboli bloccando l'aggressività dei più forti e rendendo possibile la convivenza pacifica in natura degli individui di una stessa specie, convivenza che diventa invece impossibile in cattività quando animali incapaci di bloccare l'aggressività con la sottomissione sono costretti a vivere insieme ed è allora che il pesce combattente uccide il rivale o il gallo uccide l'altro gallo.
Dopo il lungo capitolo iniziale sull'imprinting, tutta una serie dì considerazioni e di divagazioni sul gioco, sull'addomesticamento, sull'evoluzione, sull'ibridazione, sullo stato sociale, sull'origine del cane, sulla speciazione, danno al lettore un quadro abbastanza vivo, seppure necessariamente schematico, della moderna etologia, la scienza che spiega il comportamento animale alla luce dell'evoluzione: in certi casi l'individuo eredita geneticamente determinati comportamenti, mentre in altri eredita solo la capacità di apprendere il modo giusto di comportarsi per poter sopravvivere.
Anche se il filo conduttore è piuttosto tenue, non manca in quest'ultimo libro di Mainardi una certa concatenazione logica degli argomenti e, dove questa vien meno, supplisce la verve dello scrittore che con una battuta di spirito riporta il discorso in carreggiata.

Piacevolissimi e pieni di humour i disegni dell'autore che illustrano efficacemente il testo insieme con le fotografie del cane e della volpe protagonisti della vicenda.

"Tuttolibri La Stampa", sabato 4 febbraio 1977

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