C’era una volta un
giovane che decise di andarsene a cercar fortuna per il mondo. Andò
a servizio da un mercante di tessuti e in capo a un anno aveva
guadagnato talmente tanto denaro che era diventato ricco. Il mercante
aveva una figlia bellissima e il giovane decise di prenderla in
moglie.
«Puoi prenderla», disse
il mercante. «So che tu sei ricco e che hai denaro a sufficienza per
pagarla».
Il giovane ne fu molto
felice, ma il mercante voleva molto denaro, di fatto tutto il denaro
che lui possedeva. Tuttavia la ragazza era così bella che egli pagò
la somma richiesta e partì con lei alla volta del suo villaggio
natale.
Il capo del villaggio
trovò la ragazza molto di suo gusto e decise di portargliela via.
Così mandò a chiamare il giovane e gli disse:
«Mentre tu eri via a far
soldi, gli altri hanno dovuto fare la tua parte di lavoro, e adesso
tu devi recuperare il tempo perso. Prima che venga notte, tu devi
tagliare gli alberi di questa foresta, bruciarli e concimare il
terreno con la loro cenere. Se non lo farai, ti aspetta la morte ».
Il giovane tornò a casa
accasciato a raccontò alla moglie del difficile compito che gli
aveva assegnato il capo.
«Non basterebbe una
settimana per farlo!» urlò.
Ma sua moglie era
intelligente quanto bella.
«È facile», disse.
«Cattura tantissime termiti, mettine un po’ ai piedi di ogni
albero e vedrai!»
Egli seguì il suo
consiglio e prima della fine della giornata le termiti avevano
mangiato l’intera foresta. Allora il giovane fece un grande falò e
al capo non rimase altro da fare che chiedersi come avesse fatto a
far tutto in così poco tempo.
Passò qualche giorno e
il capo mandò a chiamare di nuovo il giovane, e gli disse:
«Ho scritto questa
lettera ai nostri antenati che si trovano all’inferno: “Salve,
venerandi antenati che vi trovate all’inferno. Come state? Noi
stiamo molto bene. Vi salutiamo tutti.” Tu gliela devi portare».
«Ma io non so la
strada!»
«Faremo un grande buco e
ti ci metteremo dentro. Poi lo riempiremo e tu, in un modo o
nelPaltro, troverai di sicuro la strada.»
Il giovane tornò a casa
ancora più triste della prima volta e raccontò alla moglie della
difficile missione che il capo gli aveva affidato.
«Sottoterra, io finirò
soffocato», gridò.
«Il rimedio è facile »,
gli rispose la moglie. « Portati dietro una talpa. Lei si scaverà
la strada per uscire e tu non avrai altro da fare che seguirla».
Allora il giovane prese
una talpa nel campo e se la mise in tasca. Quando lo ebbero fatto
scendere nel buco e lo ricoprirono di terra, egli tirò fuori la
talpa e quella velocemente si scavò la strada per uscire fuori.
L’uomo la seguì e presto si trovò all’aria libera. Si nascose
nella boscaglia per aspettare che tutti fossero ritornati al
villaggio e poi se ne tornò a casa sua.
«Ecco, hai visto che
buon consiglio ti ho dato!», gli disse la moglie.
«Davvero», rispose il
giovane. «Ma adesso non so che fare.»
«Scriveremo una lettera
con le firme degli antenati che si trovano all’inferno e tu
porterai quella al capo».
E la ragazza si sedette e
scrisse su un pezzo di carta:
«Salve, capo! Noi che
siamo qui all’inferno ti mandiamo mille saluti. Stiamo benissimo e
saremmo felici se tu venissi a trovarci».
Il giorno dopo l’uomo
portò la lettera al capo:
«Eccomi di ritorno»,
disse. «Ti porto questa lettera da parte dei nostri antenati».
Il capo stette ad
ascoltarlo sorpreso e lesse il messaggio aggrottando le sopracciglia.
Non aveva nessuna voglia di andare all’inferno, ma non poteva far
altro che obbedire.
Così gli abitanti del
villaggio lo fecero scendere nel buco, lo ricoprirono di terra e si
misero ad aspettare per vedere quello che succedeva. Aspettarono una
settimana, poi un mese, ma del capo nessuna notizia.
«Probabilmente ha dovuto
fermarsi laggiù», decisero alla fine, e fecero dell’uomo con la
bella moglie il loro nuovo capo.
Da fiabe africane,
Savelli editori, 1982
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