Ti cercavo una volta nei confini
che toccano la sera e la pianura,
nel cancello che serba una frescura
antica di verbene e gelsomini.
Eri nella memoria di Palermo,
nella mitologia del suo passato
(mazzo di carte e pugnale) e nel bronzo
aureo dei vani battenti, adornati
tutti con mano e anello. Ti sentivo
nei cortili del Sud, nella crescente
ombra che va sfumando lentamente
il suo disegno, mentre muore il giorno.
Ora sei in me. Sei la mia vaga sorte,
sei le cose che estinguerà la morte.
Le più belle poesie, Crocetti
Editore 1997 Traduzione e cura Francesco Tentori Montalto
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