Riprendo qui l'intervento
su fb di un magistrato, uomo di straordinaria cultura e apertura
mentale oltre che mio amico di giovinezza e compagno di studi. Il
testo risale a un paio di mesi fa, ma conserva la sua validità. Sono
osservazioni che andranno tenute presenti quando, sperabilmente nella
prossima legislatura, il legislatore metterà mano alla correzione di
una norma che, con l'intenzione di chiudere un buco, rischia di
aprire una falla. (S.L.L.)
Pera orale, rettale o vaginale per torture |
Alcuni commentatori
assumono che, benché imperfetta e inadeguata, la nuova fattispecie
di reato, introdotta nel nostro ordinamento con il voto definitivo
della Camera, rappresenti comunque un progresso.
Non sono affatto
d'accordo. L'esistenza della nuova norma, da un lato, incoraggia le
vittime del reato di tortura a denunciare i loro torturatori.
Dall'altro lato, la formulazione della norma - che richiede una
pluralità di condotte (non basta a concretare il reato una serie
continua di calci, pugni ed altre violenze, neppure se massacrano e
sfigurano la vittima; occorre che le serie siano almeno due) - è
tale che molti denunziati saranno assolti.
Ciò esporrà le vittime
alla ritorsione dei loro torturatori, sia legale (risarcimento, danni
morali), sia soprattutto illegale (violenze in assenza di testimoni,
minacce), come, dati i soggetti, è facile prevedere.
È stato confezionato uno
strumento che rende estremamente difficile, direi diabolica, la prova
della colpevolezza; dunque, uno strumento altamente pericoloso per le
vittime, forse al di là delle intenzioni e della stessa
consapevolezza dei politici che per pavidità e opportunismo lo hanno
voluto.
È materia incandescente
che non doveva essere trattata con tanta leggerezza.
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