Nell'agosto 1917, nel pieno della Grande Guerra gli operai torinesi
diedero vita ad assemblee, manifestazioni e proteste culminate, in
coincidenza con la mancanza di pane, in uno scontro sanguinoso con le
forze dell'ordine. Il 25 ci furono feriti da entrambe le parti e non
mancarono nei giorni successivi arresti tra i rivoltosi. Ma il pane,
nel frattempo, era tornato in quantità sufficiente nelle case degli
operai.
Da Radio Milano Libertà, un'emittente radiofonica del Partito
Comunista Italiano che trasmise da Mosca tra il luglio del 1941 e il
gennaio del 1944, Palmiro Togliatti rievocò, a 25 anni di distanza,
i cosiddetti “moti di Torino”. Posto qui il testo dell'articolo,
assai bello e di grande suggestione oratoria. (S.L.L.)
Dedichiamo
una gran parte della nostra trasmissione di oggi a ricordare i fatti
che si svolsero a Torino nell’agosto 1917, venticinque anni fa. Si
era nel periodo più duro della guerra. Al fronte, il macello della
gioventù durava da più di due anni. All'interno, la carestia
batteva alle porte. Nelle fabbriche, si esigeva dagli operai una
disciplina da galera, e nelle grandi città mancava il pane. Già nel
maggio del 1916 masse di donne e di lavoratori avevano manifestato
per le vie di Milano chiedendo pane e la pace. A Torino, nell’agosto
del ’17, la classe operaia fece di più. Fecero le manifestazioni
nelle fabbriche e gli scioperi in tutta la città e scesero nelle
strade. I governanti di allora cercarono di stroncare il movimento
con la forza. Inviarono i soldati contro gli operai. Ma una parte dei
soldati fraternizzò con gli operai, le vie della città si coprirono
di barricate e per quattro giorni Torino lavoratrice e proletaria
versò eroicamente il suo sangue per la causa del pane e della pace.
Il movimento venne soffocato, ma la prima rivendicazione operaia,
quella di avere pane a sufficienza, venne soddisfatta. I salari,
inoltre, vennero aumentati. In tutte le officine incominciarono da
allora a funzionare i commissari di reparto, in difesa dei lavoratori
contro le prepotenze dei padroni e degli ufficiali.
Ma
questo non fu tutto. I fatti di Torino del ’17 furono tra i primi
di una serie di movimenti della classe operaia di tutta l’Europa
occidentale contro la guerra imperialista e per la pace. Scioperi e
movimenti di massa si produssero in altre città d’Italia. La
bandiera della rivolta contro la guerra fu levata da intieri
reggimenti al fronte. Sotto l’influenza della grande Rivoluzione
socialista di ottobre scioperi e insurrezioni contro la guerra
scoppiarono in Austria e in Germania, a Berlino, a Vienna, ad
Amburgo. Tendendosi le mani al di sopra delle frontiere, gli operai
esigevano lafine della guerra. La macchina di guerra
dell’imperialismo tedesco, colpita al cuore da queste rivolte,
cessò di funzionare, e con la sconfitta dell’imperialismo tedesco
fu raggiunta la pace.
Operai
di Torino, veterani del 1917, giovani, donne, entrati da poco
nell'inferno delle fabbriche di guerra fasciste, rivolgete il vostro
pensiero in questi giorni all’azione eroica dei vostri fratelli
nell’agosto del 1917. La rivolta di Torino del 1917 vi insegna la
strada che dovete battere oggi. Anche oggi, come allora e peggio di
allora, manca il pane e le fabbriche sono diventate una galera. Il
sangue della gioventù italiana viene versato a fiotti sui fronti
della guerra imperialistica: in Africa, dove i soldati italiani
combattono agli ordini di un generale tedesco; in Jugoslavia, dove
soldati e camicie nere sono mandati da Mussolini come briganti a
opprimere e massacrare un popolo libero; in Russia, dove un’armata
italiana è messa a disposizione di Hitler per la lotta criminale
contro i nostri fratelli russi, contro la gloriosa Repubblica dei
soviet. Bisogna far finire la guerra, se si vuol salvare la gioventù
dal massacro, i lavoratori italiani dalla fame, il paese da una
inevitabile e spaventosa catastrofe. La bandiera della classe operaia
è oggi, come nel 1917, la bandiera del pane, della libertà, della
pace. Ma il pane, la libertà e la pace non si otterranno senza la
lotta. Bisogna fare come nel 1917; bisogna strappare il pane con la
forza al governo fascista; bisogna che gli sforzi degli operai
italiani si fondano con quelli degli operai di tutta l’Europa e del
mondo intiero, che lottano per spezzare le catene del fascismo e
ridare al mondo, con la libertà, la pace.
Al
lavoro, alla lotta, operai di Torino!
Siate
degni dei vostri padri, dei vostri fratelli maggiori!
Viva
l’eroica Torino proletaria del 1917!
Pane,
pace e libertà, sia il grido di lotta di tutti gli operai di Torino
e d’Italia.
17
agosto 1942
da Palmiro Togliatti, Da Radio Milano Libertà, Edizioni Rinascita 1973
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