6.1.18

Facce da tiro al bersaglio (Grazia Cherchi)

Proliferano i libri di giornalisti che raccolgono i loro articoli, i quali dovrebbero, chissà perché, acquistare un’improvvisa dignità dal fatto di essere raccolti in volume («non avere un pensiero e saperlo esprimere — è questo che fa di uno un giornalista», ha scritto Karl Kraus); proliferano i libri su Mussolini, «predappio-merda» (Gadda), e la sua immagine mirabilmente si affianca nella stampa a quelle del nostri politici pre-elettoralmente mperversanti.
«Autentiche facce da tiro al bersaglio» diceva Léautaud degli uomini al potere, mentre Landolfi si lamentava del «sinistri ceffi a noi presenti dalle pagine di ogni gazzetta, su noi accaniti con la grinta, col tanfo, col peso d’una loro indomabile forza. Indomabile davvero e contro la quale noi nulla possiamo; ché solo contro l’intelligenza potremmo qualcosa». Insomma quella che si profila è una situazione che «tiene tutti nella condizione di pensare “non pensiamoci”» (Gadda).


“la talpa libri – il manifesto”, ritaglio senza data, ma 1983

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