3.1.18

Corruzione e furto (Ferdinando Imposimato)

Ferdinando Imposimato, fu magistrato e uomo politico amante della verità e della giustizia sociale, oltre che del diritto. Da ultimo scriveva con una certa regolarità su “Il Ponte”, la storica rivista fiorentina fondata da Piero Calamandrei oggi diretta da Marcello Rossi e sul sito alla rivista collegato. Il brano che segue è l'apertura di un articolo dell'ottobre ultimo scorso. (S.L.L.)
Ferdinando Imposimato

Secondo un apice del Csm, i giudici non possono andare in tv. Davigo non può parlare della corruzione che costa all’Italia 70 miliardi l’anno. Altri 150 miliardi si volatilizzano per esportazione di capitali ed evasione, mentre i governi violano per inerzia la convenzione europea contro la corruzione. I soldi servirebbero a operai, docenti, forze dell’ordine, pensionati.
Il governo Renzi ha creato un’inutile autorità anticorruzione che non serve. Basterebbe attuare la Convenzione eliminando la prescrizione, l’amnistia per i corrotti e stabilendo pene adeguate. Oggi le pene sono ridicole rispetto ai furti. Qualche esempio: la corruzione in atti d’ufficio (art. 318) è punita fino a tre anni; per il furto con destrezza aggravato (art. 624 bis) la pena è da 3 a 10 anni. L’effetto: la corruzione si prescrive sempre, il furto mai. I ladri vanno in galera, i corrotti restano fuori.
Berlusconi ridusse la pena per il falso in bilancio, strumentale alla corruzione. Il Csm farebbe bene a denunziare tali storture chiedendo di attuare le riforme delle Commissioni Pagliaro e Nordio che invece giacciono al ministero della Giustizia perché non convengono né alla destra, né alla sinistra, né al centro.

dall'articolo Che fa il Consiglio Superiore della magistratura, nel sito de "Il Ponte", postato il 13/10/2017

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