Vorrei subito sfatare la diceria che fra i due potesse esserci una
qualche forma di rivalità. Erano due giganti, in modo diverso,
ovviamente. Murolo una sorta di Joao Gilberto partenopeo e Bruni con
quel rigore estremo che gli veniva dai suoi studi filologici. Erano
molto amici e con loro, come dicevo, ho passato alcune delle mie
migliori serate napoletane. Frequentavamo Villa Patrizi a via
Manzoni, ospiti di Giulio Patrizi che preparava un fantastico ragù
il sabato e noi ci esibivamo con un gruppo che si chiamava ‘‘La
nuova posteggia’’. C’erano due grandi chitarristi come Eduardo
Caliendo e Albertino Continisio, e poi Maria e Massimo Murolo,
sorella e fratello di Roberto che si dilettavano a recitare poesie.
Io scrivevo anche alcune canzoncine un po’ demenziali come ‘‘Doje
ova a primma matina’’, oppure cantavamo dei celebri gospel come
‘‘Jerico’’, in cui Roberto faceva il basso e Sergio, con la
voce più acuta addirittura il soprano.
Intervista a Stefano De Stefano, "Corriere del Mezzogiorno", 6 Nov 2010
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