Catone il Censore |
Verba Marci Catonis
adscripsi ex oratione, quae inscribitur de dote, in qua id
quoque scriptum est in adulterio uxores deprehensas ius fuisse
maritis necare: "Vir" inquit "cum divortium fecit,
mulieri iudex pro censore est, imperium, quod videtur, habet, si quid
perverse taetreque factum est a muliere; multatur, si vinum bibit; si
cum alieno viro probri quid fecit, condemnatur”.
De iure autem
occidendi ita scriptum: "In adulterio uxorem tuam si
prehendisses, sine iudicio inpune necares; illa te, si adulterares
sive tu adulterarere, digito non auderet contingere, neque ius est".
Riporto
le parole di Marco Catone, dall'orazione
che si intitola Sulla dote,
nella quale si trova anche il concetto che era diritto dei mariti
ammazzare le moglie sorprese in flagrante adulterio: “Una volta che
ha divorziato il marito è giudice per la moglie, con gli stessi
poteri di un censore, e decide a suo piacimento se dalla donna è
stato messo in atto alcunché di scorretto e vergognoso; se beve
vino, viene punita; se ha commesso scandalo con un estraneo, viene
condannata”. Quanto al diritto di ucciderla così sta scritto: “Se
avessi colto tua moglie in adulterio, potresti ammazzarla impunemente
senza processo; lei, se fossi tu a commettere adulterio attivo o
passivo, non potrebbe neanche toccarti con un dito; non è consentito
dalla legge”.
Noctes Atticae,
Libro X, XXIII, 4-5 – Traduzione S.L.L.
Nessun commento:
Posta un commento