Gustav Krupp con Hitler |
Molte fortune e tanti
imperi iniziano con le disgrazie, continuano nella vergogna,
finiscono in opere di bene. La storia dei Krupp, industriali
d’acciaio della Germania, è di questo genere: nascita, vita e
declino s’intrecciano alle vicende del Paese. Anzi, a quelle dello
Stato tedesco, prima ammaliato dall’espansione, poi domato e
benevolo. Arndt Krupp, o Krupe, un olandese, nel 1587 si installò a
Essen, non lontano dal Reno. Fu l’inizio della dinastia che lì
rimarrà per sempre e contribuirà a fare della città il centro
produttivo principale della Ruhr. Arndt era un commerciante con
l’occhio lungo: comprò a basso prezzo le case degli abitanti che
fuggivano la peste del periodo.
La famiglia diventò
presto la più ricca di Essen, acquistò posti di preminenza nella
municipalità e, con gli anni, espanse le attività a miniere e
fonderie. Entrò nel business delle armi: occasione, la guerra dei
Trent’anni iniziata nel 1618. Non proprio un impero, fino a quel
momento, però. Il salto verso la grande dimensione e l’ambizione
iniziò nel 1811, quando Friedrich Krupp aprì una prima produzione
per l’acciaio: le guerre napoleoniche impedivano di importarlo
dall’Inghilterra e questa era un’occasione d’affari. Qui
avviene qualcosa di curioso e istruttivo: per 25 anni, l’azienda
perde denaro. Cos’è che muove il fondatore della dinastia, ma poi
anche le generazioni successive, se non il profitto? Un’idea,
probabilmente, un’ossessione, un sogno di potenza: prima o poi
l’acciaio sarebbe diventato il cuore dello sviluppo tedesco. La
certezza fu concretizzata dal figlio di Friedrich, Alfred, che vide
la crescita del business intrecciata alla creazione dell’impero
germanico. Viviamo «nell’età dell’acciaio», disse al
neoimperatore Guglielmo I: Bismarck era d’accordo. Iniziava così
la relazione speciale, intensa, senza remore dei Krupp con lo Stato
tedesco. Che sarà portata avanti in modo ancora più totale dal
figlio di Alfred, Friedrich Alfred, con il kaiser Guglielmo II.
L’industria cresce,
all’inizio del Novecento le aziende Krupp sono il primo gruppo
della Germania. Da Villa Hügel, sempre a Essen, la famiglia guida
gli affari, stabilisce relazioni con la corona, con i banchieri, con
i militari. Nel 1902, alla morte del padre Friedrich Alfred, Bertha
diventa proprietaria di tutte le azioni della società: una donna non
può però guidare un impero dell’acciaio e le redini passano al
marito scelto personalmente dal Kaiser, Gustav von Bohlen und
Halbach, al cui cognome sarà aggiunto Krupp. In compenso, alla
moglie il popolo dedicherà il cannone più famoso e potente della
Grande guerra, il Dicke Bertha, «Grassa Bertha». Inizia la
produzione bellica su larga scala. Che raggiungerà i livelli più
alti durante la Seconda guerra mondiale, con l’apprezzamento di
Hitler e la manodopera di schiavi in campi di prigionia. A
Norimberga, Alfried, figlio di Gustav, fu condannato come criminale
di guerra. Passò cinque anni in carcere, uscì, rientrò in possesso
dei diritti di proprietà del gruppo che nel frattempo aveva
abbandonato la produzione di armi. Alla fine degli anni Sessanta,
tutte le quote azionarie di famiglia furono messe in una fondazione
che da un lato controlla il business (oggi ThyssenKrupp) e dall’altra
sostiene iniziative sociali.
Sogni di gloria e di
dominio finiti, assieme a quelli della Germania. L’ultimo dei
Krupp, Arndt, figlio di Alfried, è morto nel 1986, un anno prima di
poter celebrare i quattrocento anni dalla fondazione della dinastia. [...]
La lettura, Cprriere della Sera, 29 ottobre 2017
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