18.3.18

Preludio della primavera. Una poesia di James Thompson (Scozia, 1700-1748)


Il Grecale consuma la sua rabbia; rinchiudendolo
nella spelonca ferrea, s’alza l’esuberante Mezzogiorno
a riscaldare l’aria, e per i cieli vuoti
soffia le maestose nubi gonfie di piogge primaverili.
Dapprima paiono levare un anello fosco,
che stinge l’etere; ma in rapidi passaggi,
cumulo su cumulo, lesto il vapore percorre
il cielo greve e va a stemperarsi
lungo il tenebroso orizzonte:
non come rigida tempesta che s’abbatte sui rifugi umani,
soverchiando la vita; ma soave, dolce e gentile,
colmo di ogni speranza e d’ogni gioia,
l’anelito della natura. Scema lentamente la brezza
nella quiete perfetta; non un sospiro
anima i boschi rigogliosi, non un alito
invita a stormire le lucide foglie
degli alti pioppi. I rivi placati, disciolti
in pozze cristalline, paiono dimentichi,
per fallo illusorio, del loro corso. Tutto è silenzio,
e deliziosa attesa.

In I capolavori della poesia romantica, a cura di Guido Davico Bonino, Oscar Mondadori, 1986

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