30.3.18

Scienza, politica, fantasia e sentimento. Una verità che sembra un paradosso (Antonio Gramsci)


L’attività scientifica è materiata per grandissima parte di sforzo fantastico; chi è incapace di costruire ipotesi non sarà mai scienziato. Anche nell’attività politica ha grandissima parte la fantasia; ma nell’attività politica l’ipotesi non è di fatti inerti, di materia sorda alla vita; la fantasia in politica ha per elementi gli uomini, la società degli uomini, i dolori, gli affetti, le necessità di vita degli uomini. Se uno scienziato sbaglia nella sua ipotesi, poco male, in fondo: si perde una certa quantità di ricchezze di cose: una soluzione è precipitata, un pallone è scoppiato. Se l’uomo politico sbaglia nella sua ipotesi, è la vita degli uomini che corre pericolo, è la fame, è la rivolta, è la rivoluzione per non morire di fame. Nella vita politica l’attività fantastica deve essere illuminata da una forza morale: la simpatia umana; ed è aduggiata dal dilettantismo, così come fra gli scienziati. Dilettantismo che è in questo caso mancanza di profondità spirituale, mancanza di sentimento, mancanza di simpatia umana. Perché si provveda adeguatamente ai bisogni degli uomini di una città, di una regione, di una nazione, è necessario sentire questi bisogni; è necessario potersi rappresentare concretamente nella fantasia questi uomini in quanto vivono, in quanto operano quotidianamente, rappresentarsi le loro sofferenze, i loro dolori, le tristezze della vita che sono costretti a vivere. Se non si possiede questa forza di drammatizzazione della vita, non si possono intuire i provvedimenti generali e particolari che armonizzino le necessità della vita con le disponibilità dello Stato. Si scaglia un'azione nella vita: bisogna saper prevedere la reazione che essa sveglierà, i contraccolpi che essa avrà. Un uomo politico è grande in misura della sua forza di previsione: un partito politico è forte in misura del numero di uomini di tal forza di cui dispone. […]

Non firmato, “Avanti!” ed. piemontese 3 aprile 1917 nella rubrica Caratteri italiani, in Scritti giovanili 1914 – 1918, Einaudi, 1958

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