Riccardo Tenerini è
ricordato dagli annali della Resistenza per essere stato – con
Primo Ciabatti – l'autore delle scritte contro il fascismo e la
guerra che all'inizio del 1943 segnalarono a Perugia l'intensificarsi
dell'iniziativa antifascista con il passaggio dalla cospirazione
all'azione diretta. Allievo di Aldo Capitini, fu poi nella sua Umbria
tra i capi della guerriglia partigiana e tra i dirigenti più
popolari del Partito Comunista Italiano nel dopoguerra. Lasciò il
PCI nel 1957, in dissenso da sinistra, ma non si dimise affatto
dall'impegno politico, in particolare collaborando con le iniziative
del movimento non violento guidato da Capitini. (S.L.L.)
Per lunghi anni Aldo
aveva ma turato l'idea di una grande manifestazione popolare, di
massa e di lotta per la pace, contro lo sfruttamento, contro tutte le
guerre, fedele al suo ideale rivoluzionario non violento,
antifascista e internazionalista. Questa'idea lo assillò per anni,
finché arrivò a realizzarsi il 24 settembre 1961. Mi chiamò nel
mese di agosto per aiutarlo concretamente in tutto il lavoro. Erano
pochi amici in prevalenza giovanissimi.
Nelle stanze dove faceva
settimanalmente le assemblee del COR (Centri Orientamento Religioso)
preparammo per tutto settembre sue lettere, inviti, cartelli. Ricordo
che con Luisa Schippa, portammo migliaia di sti.n volantini in
provincia, nelle Camere del Lavoro, nei circoli operai e contadini,
tra le Leghe, in moltissimi comuni e paesi.
I partiti della sinistra:
Partito Comunista Italiano, Partito Socialista Italiano. i Comuni, le
Camere del Lavoro. le Leghe contadine, gli operai delle fabbriche di
tutta l’Umbria erano in grande fermento: c’era una grande
mobilitazione di massa, un grande entusiasmo, una grande attesa.
Finalmente alle 8 precise
del 24 settembre, con un sole splendido un paesaggio indimenticabile,
migliaia e migliaia di donne, uomini, bambini, tutto il popolo di
Perugia e dell'Umbria iniziò la marcia partendo dal monumento del XX
Giugno Da quel punto il 9 maggio 1944 iniziammo le contro il fascismo
e la guerra. Ero veramente commosso.
Durante il percorso da
Perugia ad Assisi. all'immensa folla si congiungevano altre migliaia
e migliaia di persone, contadini, operai, donne, bambini. Era un
popolo serio, festoso, composto, deciso, sicuro della propria forza.
L’immensa folla si snodava per chilometri e chilometri nello
stupendo scenario della pianura e dei colli umbri, confluiva a Assisi
da tutti i paesi e le città dell’Umbria. Nelle pr:me ore del
pomeriggio, sul vasto piano della Rocca di Assisi giungeva la testa
del corteo, la coda era ancora a S Maria degli Angeli.
Dopo alcune ore uno
scenario indescrivibile, indimenticabile, irripetibile: un immenso
popolo unito nella lotta per il grande ideale della pace sul grande
spiazzo della Rocca di Assisi.
Era davanti a noi quella
valle e quella città dove era nato Francesco, l'uomo della pace e
del Cantico delle Creature. Ecco, secoli dopo il popolo umbro donava
e portava ancora all'Italia e al mondo dalla Rocca di Assisi, con la
sua presenza un mesaggio di pace e di lotta contro la guerra, contro
lo sfruttamento.
Tra l'immensa folla di
donne, uomini, bambini, mentre il sole ci mandava gli ultimi suoi
raggi e l'orizzonte si tingeva di rosso, era il cielo e il paesaggio
delle tele del Perugino, vedevo il volto pallido ma sereno di Aldo,
sentivo la sua voce calma, dolce, calda e appassionata che calava
sull'immensa folla di lavoratori attenti:
“Il tempo è maturo per
una grande svolta del genere umano Il passato è passato.
Basta con le torture,
basta con le uccisioni, per qualsiasi motivo, basta con il veleno che
la violenza porta nell'educazione dei giovani, basta con il pericolo
che enormi forze distruttive siano in mano alla decisione di pochi
uomini. Noi del Centro per non violenza chiediamo che si allarghi
l'applicazione del metodo di resistenzai attiva, non violenta. alle
lotte per la liberazione dall’imperialismo, dal colonialismo, da
tutte le oppressioni, dal potere assoluto di gruppi dittatoriali e
reazionari, o asserviti alle forze economiche sfruttatrici.
In questo orizzonte
aperto, infinito, fraterno, sacro da più di sette secoli a ogni
essere che nasce alla vita e alla compresenza di tutti, scenda una
volontà intrepida e serena, di resistere alla guerra, in propositi
costruttivi di pace ”.
Da “l'Unità”, 24
settembre 1978
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